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Scampia Vele

Scampia e le “Vele” che portano indietro

Le celebri “Vele” di Scampia; in questo quartiere negli ultimi due decenni sono nate moltissime associazioni impegnate per il rilancio. Ma ancora tanto c’è da fare

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Scampia e le “Vele” che portano indietro

Le celebri “Vele” di Scampia; in questo quartiere negli ultimi due decenni sono nate moltissime associazioni impegnate per il rilancio. Ma ancora tanto c’è da fare

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Scampia e le “Vele” che portano indietro

Le celebri “Vele” di Scampia; in questo quartiere negli ultimi due decenni sono nate moltissime associazioni impegnate per il rilancio. Ma ancora tanto c’è da fare

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Le celebri “Vele” di Scampia; in questo quartiere negli ultimi due decenni sono nate moltissime associazioni impegnate per il rilancio. Ma ancora tanto c’è da fare

È l’ultima delle sette ‘vele’ realizzate negli anni Settanta con i fondi della Cassa del Mezzogiorno. Base larga, la struttura si restringe man mano che si sale verso i piani superiori: la sequenza di edifici a forma di vela era stata ideata come risoluzione della questione abitativa a Napoli ed era poi divenuta un buco nero di degrado, criminalità organizzata e anche abusivismo, perché dopo il terremoto del 1980 in Irpinia migliaia di famiglie sfollate avevano occupato le abitazioni. Un affare gestito tra l’altro dalla camorra.

E c’è un numero imprecisato di abusivi anche tra gli sfollati della ‘vela celeste’ (dove l’altra sera il cedimento di un ballatoio ha provocato due morti e 13 feriti, tra cui due bambine in condizioni critiche). Una situazione che rende complicata la mappatura di chi ha diritto a un’abitazione da parte del Comune di Napoli. La riqualificazione di questa ‘vela’ è stata avviata ad aprile. Con l’investimento di 18 milioni di euro, per la messa in sicurezza e la pulizia dei piani più bassi, il restyling è una delle tappe del piano “Restart Scampia” (che consiste nell’abbattimento delle ‘vele’ e nella riqualificazione di Villa Celeste) approvato nel 2016 dall’amministrazione di Luigi De Magistris e poi potenziato nel 2021 dal sindaco Gaetano Manfredi con le risorse fissate dal Pnrr, copertura economica prevista fino al 2026. C’è anche un fondo complementare che permetterà di arrivare fino all’anno successivo, data fissata dal sindaco di Napoli per la conclusione della riqualificazione del quartiere.

Sono stati così stanziati 156 milioni di euro complessivi per completare l’abbattimento degli edifici popolari e per la costruzione di nuovi complessi di edilizia residenziale pubblica – circa 450 appartamenti, mentre 1.400 sono stati già ultimati – oltre a un asilo nido da circa 50 posti, una scuola materna da 120, un centro civico con funzioni sociali e culturali, nuove strutture commerciali. E ancora laboratori artigianali e piccole botteghe, un nuovo parco urbano e la riqualificazione dell’area nei pressi della linea 1 della metro. Per il rilancio del quartiere sono stati coinvolti i comitati di cittadini, quelli delle ‘vele’ e gli istituti scolastici. Progetti, fondi a sostegno di una zona che ha provato ben prima dei finanziamenti ad andare oltre il dolore, il pregiudizio, il malaffare che continua a prosperare e gli eventi luttuosi e incisivi nella memoria collettiva delle persone, come appunto il crollo del ballatoio alla ‘vela celeste’.

A Scampia negli ultimi due decenni sono nate moltissime associazioni impegnate per il rilancio. C’è la palestra sociale di Gianni Maddaloni – maestro di judo e di vita e padre di Pino, oro ai Giochi di Sydney 2000 – che accoglie ragazzi dalla strada. E ci sono gli orti urbani, l’Officina delle Culture dedicata a Gelsomina Verde (vittima della criminalità organizzata) gestita dal gruppo (R)esistenza Anticamorra, i parchi autogestiti come quello intitolato a Melissa Bassi, ragazza uccisa 12 anni fa da una bomba all’istituto “Morvillo-Falcone” di Brindisi. Soprattutto – dopo 17 anni di lavori, ritardi e polemiche – nel 2022 è stata inaugurata la nuova sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “Federico II”, che oggi è stata occupata da una fetta degli sfollati in alcune delle sue aule: l’ateneo ha preso il posto della ‘vela H’ che era stata abbattuta nel 2003.

Insomma, si è fatto tanto. Ma c’è sempre qualcosa che riporta indietro le lancette. È il peso del passato, degli errori e dei ritardi che costano vite umane.

di Nicola Sellitti

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