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Serena Mollicone, processo da rifare. Sapremo la verità?

E oggi, forse, con la decisione della Cassazione che riapre il processo per la morte di Serena Mollicone, ritorna la speranza di fare davvero luce sul terribile delitto di Arce

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Serena Mollicone, processo da rifare. Sapremo la verità?

E oggi, forse, con la decisione della Cassazione che riapre il processo per la morte di Serena Mollicone, ritorna la speranza di fare davvero luce sul terribile delitto di Arce

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Serena Mollicone, processo da rifare. Sapremo la verità?

E oggi, forse, con la decisione della Cassazione che riapre il processo per la morte di Serena Mollicone, ritorna la speranza di fare davvero luce sul terribile delitto di Arce

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E oggi, forse, con la decisione della Cassazione che riapre il processo per la morte di Serena Mollicone, ritorna la speranza di fare davvero luce sul terribile delitto di Arce

C’è un padre, Guglielmo, che fino al suo ultimo giorno si è battuto per chiedere verità sulla morte di sua figlia. E oggi, forse, con la decisione della Cassazione che riapre il processo per la morte di Serena Mollicone, ritorna la speranza di fare davvero luce sul terribile delitto di Arce. Papà Guglielmo non c’è più, è morto da qualche anno, ma la sorella di Serena, lo zio, in nome suo portano avanti quella battaglia. Serena Mollicone scomparve dalla sua casa il 1 giugno del 2001.

Fu ritrovata morta, mani e piedi legati e la testa avvolta in un sacchetto di plastica, due giorni dopo in un boschetto poco distante. L’autopsia rivelò che era stata colpita violentemente alla testa e poi soffocata. Una storia raccontata in tantissime trasmissioni, una brutta storia, perché il padre di Serena venne prelevato e portato in caserma per essere interrogato mentre erano in corso i funerali della figlia. Guglielmo, che con la morte di Serena ovviamente non c’entrava nulla, all’epoca non potè neanche salutarla per l’ultima volta.

E poi ci sono loro, l’ex comandante della caserma di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco. Su di loro da un certo punto in poi si concentrarono i sospetti anche perché Serena fu vista per l’ultima volta proprio nella caserma di Arce. Una giovane morta, un comandante dei carabinieri, tanta omertà: c’è tutto in questo delitto che ancora nessuno aveva dimenticato e che adesso torna alla ribalta.

I Mottola furono assolti dall’accusa di aver ucciso Serena, così come i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano. Ora la Cassazione annulla quella sentenza e riapre un processo d’Appello bis. Il procuratore generale della Suprema Corte parla di “una sentenza – quella di assoluzione – totalmente carente” che ha “atteggiamento pilatesco”. Una sentenza che “omette di motivare sulla presenza di Mollicone quella mattina nella caserma di Arce. Non sono stati valutati in maniera unitaria una pluralità di indizi”. 

Per la morte di Serena fu inizialmente indagato un carrozziere di Arce, risultato poi totalmente estraneo. A cambiare le cose la testimonianza di un carabiniere, Santino Tuzi, che dichiarò di aver visto Serena entrare nella caserma dei carabinieri di Arce la mattina della scomparsa. Pochi giorni dopo quelle dichiarazioni però, Tuzi fu trovato morto: suicidio, secondo la versione ufficiale, ma con troppi dubbi e coincidenze. 

Dieci anni dopo una perizia che stabiliva che le ferite sulla testa di Serena fossero compatibili con l’impatto sulla porta della caserma: da lì si arrivò ai Mottola, che abitavano proprio dentro la caserma. L’ipotesi allora formulata era che Serena avesse avuto una lite con Marco Mottola, lite al culmine della quale sarebbe stata uccisa. Il corpo – questa era l’ipotesi – sarebbe stato poi portato dove fu ritrovato per depistare le indagini. Alla fine i Mottola furono assolti per insufficienza di prove. Ma ora, è tutto da rifare. Un nuovo processo, per un delitto per cui ad oggi, non esiste alcun colpevole. 

di Annalisa Grandi

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