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Vialli e il coraggio della debolezza

Gianluca Vialli ha scelto di affrontare la malattia a volto scoperto. Quel tumore al pancreas contro cui combatte dal 2017 è infatti tornato

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Vialli e il coraggio della debolezza

Gianluca Vialli ha scelto di affrontare la malattia a volto scoperto. Quel tumore al pancreas contro cui combatte dal 2017 è infatti tornato

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Vialli e il coraggio della debolezza

Gianluca Vialli ha scelto di affrontare la malattia a volto scoperto. Quel tumore al pancreas contro cui combatte dal 2017 è infatti tornato

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Gianluca Vialli ha scelto di affrontare la malattia a volto scoperto. Quel tumore al pancreas contro cui combatte dal 2017 è infatti tornato

Si tratta della sfida più difficile e Gianluca Vialli ha scelto di affrontarla a volto scoperto. Quel tumore al pancreas contro cui combatte dal 2017 è infatti tornato e il capo delegazione della Nazionale sospende i suoi impegni per curarsi. Lo annuncia apertamente, così come non aveva avuto paura di raccontarsi la prima volta: quando aveva rivelato di aver indossato un maglione sotto la camicia per nascondere il dimagrimento e ammesso di avere semplicemente paura di morire.

È anche per questo che l’Italia lo ama così tanto: per quello che l’uomo Vialli ha mostrato di sé lontano dal campo. L’abbraccio con l’amico di sempre Roberto Mancini a luglio 2021 – che suggellava la vittoria dell’Europeo – è un’immagine che tutti ancora ricordiamo. L’immagine non solo di un trionfo calcistico ma della gioia pura arrivata dopo un momento terribile. L’immagine della speranza.

Mentre si conclude un Mondiale in cui siamo assenti, questo nuovo annuncio ci ricorda ancora una volta – qualora ce ne sia bisogno – che le prove, quelle vere, sono quelle a cui la vita ti mette di fronte. Senza che tu possa scegliere. Prove da affrontare senza illusioni e maschere ma con la consapevolezza della propria umana fragilità. Che non ha nulla a che fare con l’arrendersi o con il piangersi addosso. Vialli ce l’aveva già mostrato e ora lo fa di nuovo. La speranza è di rivederlo presto con le stesse lacrime di gioia di quell’estate di un anno e mezzo fa.

Di Gaia Bottoni

 

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