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Dove c’è musica c’è polemica

Sembra che non ci sia alternativa: in qualunque luogo ci siano delle casse e delle persone che si divertono, c’è la necessità di fare polemica.
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Dove c’è musica c’è polemica

Sembra che non ci sia alternativa: in qualunque luogo ci siano delle casse e delle persone che si divertono, c’è la necessità di fare polemica.
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Dove c’è musica c’è polemica

Sembra che non ci sia alternativa: in qualunque luogo ci siano delle casse e delle persone che si divertono, c’è la necessità di fare polemica.
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Sembra che non ci sia alternativa: in qualunque luogo ci siano delle casse e delle persone che si divertono, c’è la necessità di fare polemica.
La questione del concerto gratuito di Salmo ad Olbia sta facendo scalpore negli ultimi giorni, tra la voglia di tornare a fare concerti e le regole per contrastare il Covid.  Le immagini che abbiamo visto purtroppo nel 2021 fanno ancora rabbrividire. Niente distanziamenti, niente mascherine, più di 3000 persone. Ne discutono tutti come se fossero scene mai viste, ma non è certo al concerto del rapper sardo che abbiamo visto per la prima volta persone ammassate che non rispettano le regole. Molti si sono solo soffermati sulla frase che ha scritto Salmo in un suo post: “Se avessi voluto seguire le regole non avrei fatto l’artista!”. Ma no, non è questo il punto. Facile dire che un concerto senza nessuna regola anti-covid sia un evento sbagliato illecito e immorale, ma non si può ignorare l’amara verità urlata da Salmo. Infatti, aldilà della raccolta fondi proposta per aiutare la Sardegna vittima di incendi, il rapper voleva dimostrare che non è corretta la disparità di trattamento tra chi lavora nello spettacolo, fermi oggi come due anni fa, e spiagge e piazze, dove si aprono vie libere e quantomeno discutibili. Come dimenticare i festeggiamenti sportivi dopo la vittoria degli Europei? Diverse testate e telegiornali hanno trasmesso tranquillamente immagini e video imbarazzanti delle città italiane invase da gente ammassata e in festa. È sicuramente piacevole vedere persone unite e felici dopo un anno e mezzo di lockdown che ha distrutto mentalmente ed emotivamente ognuno di noi, ma creare assembramenti non può essere permesso o meno solo a seconda delle circostanze. Perché i concerti e tutto ciò che è legato alla musica, non viene trattato allo stesso modo? Tutti siamo stanchi di questa situazione e speriamo ogni giorno che ci sia un miglioramento, a maggior ragione chi ha costruito la propria carriera e la propria vita su momenti da vivere insieme come i concerti. Non c’è da sorprendersi quindi se gli artisti siano davvero stufi di non avere la giusta considerazione e siano molto scettici su alcune scelte del governo. Anche Francesco de Gregori ha commentato l’accaduto sui social dicendo di essere grato a Salmo, invitando a riflettere e non semplicemente a condannare.  Il rapper sardo è stato l’unico che ci ha messo la faccia, prendendosi insulti da altri colleghi e assumendosi molti rischi soprattutto con la popolazione, perché potrebbe essere causa della risalita dei contagi. Ma ha definitivamente aperto gli occhi sulla questione, invitando a ragionare senza falsità e perbenismo. Invece che limitarci a polemizzare dovremmo riflettere sulle ragioni della sua mossa.   di Marta Melarato

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