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Italia ponte con i Balcani con due progetti da 1 miliardo di euro

Il maxi-acquedotto tra Puglia e Albania e l’elettrodotto che parte dall’Abruzzo fino al Montenegro: così l’Italia rafforza il suo ruolo di ponte con i Balcani
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Italia ponte con i Balcani con due progetti da 1 miliardo di euro

Il maxi-acquedotto tra Puglia e Albania e l’elettrodotto che parte dall’Abruzzo fino al Montenegro: così l’Italia rafforza il suo ruolo di ponte con i Balcani
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Italia ponte con i Balcani con due progetti da 1 miliardo di euro

Il maxi-acquedotto tra Puglia e Albania e l’elettrodotto che parte dall’Abruzzo fino al Montenegro: così l’Italia rafforza il suo ruolo di ponte con i Balcani
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Il maxi-acquedotto tra Puglia e Albania e l’elettrodotto che parte dall’Abruzzo fino al Montenegro: così l’Italia rafforza il suo ruolo di ponte con i Balcani
C’è anche l’economia dei servizi a far da “ponte” tra l’Italia e i Balcani, fluidificando così la stabilizzazione dei rapporti in uno scacchiere tutt’altro che facile e in continua ebollizione a causa di atavici e mai del tutto superati motivi etnici, religiosi, politici. Questo in uno scenario geopolitico dove la bilancia commerciale è ampliamente a favore del nostro Paese. Due le esperienze chiave: un elettrodotto da Pescara al Montenegro di ben 445 chilometri (funziona nei due sensi ma compriamo quasi sempre noi) e un maxi-acquedotto sotto l’Adriatico per rifornire quello pugliese, il più grande in Europa, con le risorse idriche dell’Albania. Cominciamo da quest’ultimo. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ne ha parlato con il premier di Tirana Edi Rama e la considera un’operazione già fatta. Valore? Un miliardo di euro. Da sempre il nostro “tacco” soffre per la siccità e per l’obsolescenza degli impianti che riescono a disperdere molta più acqua di quanto sarebbe legittimamente lecito attendersi. Ecco allora che per sopperire a queste carenze idriche – dovute appunto alla storica (e quasi proverbiale) inefficienza delle proprie infrastrutture – la Regione vuole costruire una conduttura sottomarina per importare, letteralmente, acqua potabile dall’Albania. Da una parte l’iniziativa fa rivoltare nella tomba i nostri avi romani, maestri nella realizzazione di acquedotti in tutto il mondo che, ancora oggi, resistono alle intemperie dopo più di duemila anni. Dall’altra l’iniziativa sottolinea l’importanza dell’oro blu in tempi di climate change. Il progetto elaborato dalla Società acquedotto pugliese, controllata appunto dalla Regione, prevede un’infrastruttura tra le due sponde dell’Adriatico con sbocco a Otranto: 200 chilometri di tubature – di cui 85 sottomarine, 30 in Italia e 85 in Albania – con partenza prevista da Argirocastro. L’infrastruttura fornirà 150 milioni di metri cubi d’acqua l’anno e potrebbe anche ottenere qualche finanziamento eccezionale da Bruxelles. È invece già funzionante a pieno regime il “ponte elettrico” che interconnette Italia e Balcani, il più lungo mai realizzato da Terna. Si tratta di un’opera completamente invisibile perché sottomarina e interrata (per la parte terrestre). L’elettrodotto parte dalle stazioni elettriche di Cepagatti (in provincia di Pescara) e arriva a Lastva, nel Comune di Kotor, in Montenegro. Si tratta di uno snodo fondamentale che permette all’Italia di rafforzare il proprio ruolo di hub europeo e mediterraneo nella trasmissione elettrica. Un’infrastruttura da record per tecnologia e innovazione, strategica per la sicurezza dei due sistemi elettrici e per l’integrazione delle fonti rinnovabili. L’infrastruttura in corrente continua consente ai due Paesi di scambiare elettricità in maniera bidirezionale con due cavi paralleli potenti 600 Mw (in complesso, quindi, 1.200 Mw). L’importo complessivo dell’investimento è stato di oltre 1,1 miliardi di euro. Di Franco Vergnano

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