È una stretta dalle maglie larghe il disegno di legge presentato dal ministro per il Turismo Daniela Santanchè che promette di frenare l’impennata dei prezzi di locazione in città turistiche come Firenze e Milano, andando a regolamentare – o colpire, a seconda dei punti di vista – il mercato degli affitti brevi. Se New York ha usato il pugno di ferro, l’Italia ha indossato guanti di velluto per ‘maneggiare’ la questione. Basta leggere il testo per rendersi conto che molto poco cambierà all’orizzonte.
Le nuove regole stabiliscono che non si potrà più affittare per una sola notte. Tutti sanno però che chi cerca un immobile su siti come AirBnB non lo fa quasi mai per un solo pernottamento. Se a un albergo si preferisce un appartamento è perché si intende disporre di certi comfort, come per esempio una cucina (il che fa pensare a un utilizzo superiore alle 24 ore). Un’alternativa scelta soprattutto dalle famiglie, mosse più da un desiderio di risparmio che non dalla smania di mettersi ai fornelli in vacanza.
Altra novità in arrivo: gli immobili dovranno avere un codice identificativo che certificherà livelli di accoglienza e sicurezza. E questo è senza dubbio un bene. Inoltre, nel caso di più proprietà in capo alla stessa persona, gli alloggi ‘spendibili’ per gli affitti brevi non potranno essere più di due.
E questo è un male per chi in passato, pensando di poter contare su questo business, aveva fatto investimenti che ora, inevitabilmente, dovrà rivedere.
di Ilaria Cuzzolin
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