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Diego Della Valle: “A quel vecchietto di Montezemolo e ai miei azionisti dico…”

“Cosa ho pensato quando ho visto Montezemolo con le mie scarpe? Guarda ‘sto vecchietto!”. All’Università IULM di Milano il patron del gruppo Tod’s, che appena scoppiata la guerra ha fermato tutto, non le manda a dire: “Per un polo italiano del lusso ormai è tardi”.
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Diego Della Valle: “A quel vecchietto di Montezemolo e ai miei azionisti dico…”

“Cosa ho pensato quando ho visto Montezemolo con le mie scarpe? Guarda ‘sto vecchietto!”. All’Università IULM di Milano il patron del gruppo Tod’s, che appena scoppiata la guerra ha fermato tutto, non le manda a dire: “Per un polo italiano del lusso ormai è tardi”.
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Diego Della Valle: “A quel vecchietto di Montezemolo e ai miei azionisti dico…”

“Cosa ho pensato quando ho visto Montezemolo con le mie scarpe? Guarda ‘sto vecchietto!”. All’Università IULM di Milano il patron del gruppo Tod’s, che appena scoppiata la guerra ha fermato tutto, non le manda a dire: “Per un polo italiano del lusso ormai è tardi”.
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“Cosa ho pensato quando ho visto Montezemolo con le mie scarpe? Guarda ‘sto vecchietto!”. All’Università IULM di Milano il patron del gruppo Tod’s, che appena scoppiata la guerra ha fermato tutto, non le manda a dire: “Per un polo italiano del lusso ormai è tardi”.
Appena è scoppiata la guerra, noi abbiamo fermato tutto”. Così Diego Della Valle, stamane in un incontro con gli studenti dell’Università IULM di Milano, commentando i rapporti commerciali tra il suo gruppo e la Russia: “Tod’s ha rapporti commerciali con partner che vendono i prodotti in franchising. Quando poi ci sarà l’armistizio vedremo il da farsi. Per ora i discorsi si fermano lì”. Poche le parole di Mister Tod’s sul conflitto e a chi ha provato a chiedergli di più ha risposto ironicamente: “Si comperi una giacchetta Della Valle, prima di fare domande a Della Valle”. C’è poca voglia di parlare di guerra e molto, invece, di affari. Uno dei principali obiettivi che ha il presidente del gruppo Tod’s (a cui fanno capo i marchi Tod’s, Hogan, Fay e Roger Vivier) è “quello di valorizzare i marchi per ottenere anche performance di fatturato e utili molto interessanti”. Sono marchi che valgono certamente tanto, ma messi insieme valgono meno della somma dei singoli. Quindi l’obiettivo quest’anno è quello di evidenziare il valore di ogni singolo marchio anche per riconoscere un dividendo che soddisfi gli azionisti (il titolo è quotato all’Euronext di Milano ndr). Che ci sia in vista l’idea di vendere alcuni asset del gruppo? Su questo Della Valle non si è sbilanciato ma relativamente alle acquisizioni fatte in questi anni da aziende estere, e in particolare da quelle messe a segno dai francesi di Lvmh (LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE) ha dichiarato: “Io non ho visto nessun marchio in Lvmh che non abbia avuto grandi vantaggi a farsi comprare da un gruppo che ne ha rispettato il marchio, mantenuto tutto in Italia, accresciuto molto i valori, coinvolto le famiglie a rimanere nelle aziende e portato tutta la forza finanziaria necessaria per svilupparli”. Va detto però che Lvmh, a sua volta, è azionista di Tod’s con una quota del 10% e che Della Valle siede da tanti anni anche nel consiglio di amministrazione di Lvmh. “Ho assistito a molte acquisizioni in Italia, come Fendi, Bulgari, Loro Piana ed altri – ha aggiunto l’imprenditore – e non so se tutti questi marchi, senza un appoggio così forte, oggi sarebbero ancora lì”. C’è stato anche il tempo per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, in particolar modo verso le banche d’affari: “Purtroppo all’orizzonte non vedo nessuna possibilità di aggregazioni che possano dare vita a un polo del lusso italiano. Direi che ormai siamo fuori tempo massimo. Anche se questi sono più ragionamenti da banche d’affari, che quando arrivano i singoli non li stanno a sentire”. E di nuovo, Della Valle è tornato a prendere come modello i cugini francesi facendo riferimento alla banca Lazard e agli altri istituti finanziari che hanno sostenuto le aziende, finanziandole con operazioni per farle crescere. Non è mancato un momento amarcord, durante il quale l’ex patron della Fiorentina ha raccontato ai giovani studenti i suoi esordi, cominciando dal paesino delle Marche da cui tutti i suoi sogni sono iniziati e che lo hanno portato ad essere uno tra gli imprenditori più famosi del mondo. Immancabile l’aneddoto dietro alla grande innovazione che lo ha coronato re delle calzature: il diverso utilizzo della gomma. “La gomma veniva usata per le scarpe da lavoro, per le scarpe economiche – ha spiegato – Ho voluto mescolare la gomma con i migliori materiali del mondo: nel mio caso materiali italiani e inglesi e ho tentato di creare un prodotto che potesse andar bene tutta la settimana”. Secondo Diego Della Valle è meglio avere pochi mezzi e tante idee piuttosto che tanti mezzi e poche idee. È questa la mentalità vincente che l’imprenditore vuole trasmettere ai giovani, a chi vuole intraprendere un percorso nel mondo della moda. E sul finire c’è anche il tempo per una battuta, e a chi gli chiede: “Cosa ha pensato la prima volta che ha visto le sue scarpe ai piedi di Agnelli o Mentezemolo?”, risponde “Ma tu guarda ‘sto vecchietto!”.   di Filippo Messina

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