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I furbetti dell’assicurazione

È il fenomeno dei furbetti dell’assicurazione diffuso soprattutto a Napoli: targhe polacche, bulgare e romene che circolano sulle strade italiane
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I furbetti dell’assicurazione

È il fenomeno dei furbetti dell’assicurazione diffuso soprattutto a Napoli: targhe polacche, bulgare e romene che circolano sulle strade italiane
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I furbetti dell’assicurazione

È il fenomeno dei furbetti dell’assicurazione diffuso soprattutto a Napoli: targhe polacche, bulgare e romene che circolano sulle strade italiane
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È il fenomeno dei furbetti dell’assicurazione diffuso soprattutto a Napoli: targhe polacche, bulgare e romene che circolano sulle strade italiane
Targhe polacche, bulgare, romene che circolano sulle strade italiane. Si tratta dei furbetti dell’assicurazione, fenomeno diffusissimo a Napoli. Lo stratagemma sta nell’esterovestizione: si procede alla radiazione del mezzo di trasporto dal nostro Pubblico registro automobilistico (Pra) per immatricolarlo nuovamente all’estero, intestando a un prestanome l’auto o qualunque altro veicolo. Così si sfugge alla legge: non è possibile risalire alla data d’inizio del contratto assicurativo e gli stessi contratti spesso sono falsi. È una strada decisamente borderline (per non dire totalmente illegale) per ovviare al costo dell’assicurazione, piuttosto elevato in alcune aree del Paese come la Campania, dove l’importo può superare anche il valore del mezzo. Per arginare il fenomeno, tre anni fa è stato pure modificato il Codice della strada con la Legge 238/2021, che ha allungato le tempistiche di immatricolazione italiana per i residenti in Italia da 60 a 90 giorni. Inoltre la normativa introduce l’obbligo di iscrizione dei veicoli al Pubblico registro dei veicoli esteri (Reve, attivo dal 2022). L’art. 93 del Codice della strada è stato poi rimpiazzato dall’art. 93-bis, secondo cui i soggetti stranieri che guidano un’auto con targa straniera e che prendono residenza in Italia dispongono di 180 giorni per l’immatricolazione del veicolo, altrimenti rischiano una multa salata con confisca amministrativa del mezzo. La legge sembra però facilmente aggirabile tramite un leasing o un comodato: se l’utilizzo dell’auto con targa estera è vincolato a questo tipo di accordi firmati dai contraenti, allora sarà possibile circolare regolarmente anche se si è residenti in Italia da più di 90 giorni. Deve inoltre essere iscritto al Reve il veicolo (con documento su titolo e periodo d’uso) intestato a persona fisica o giuridica con residenza in uno Stato estero e concesso in uso a qualunque titolo per un arco di tempo superiore a 30 giorni – anche non continuativi – a cittadini residenti in Italia. Secondo i dati del Reve, sono oltre 20mila le automobili immatricolate all’estero presenti fra Napoli e Provincia. Ma è un dato estremamente parziale perché alla mappatura sfuggono altre migliaia di vetture. Gli ultimi dati a disposizione di Aci Napoli rivelano che nel primo semestre dell’anno scorso sono state oltre 6mila le radiazioni di mezzi di trasporto nel capoluogo campano. Questo perché alcune aziende della Regione hanno messo in piedi un sistema ingegnoso, creando società di leasing estere che rottamano l’auto in Italia e – dopo una manciata di giorni – consegnano targa e libretto in arrivo da un Paese estero, soprattutto dall’Est Europa: così l’utente che si serve di questo stratagemma non è tenuto a pagare tasse, assicurazione, bollo e quello che comporta il possesso di un mezzo di trasporto. Infine c’è la beffa: in caso di incidente, l’eventuale parte lesa non potrà ottenere il risarcimento. In questi casi non si può risalire all’eventuale assicurazione sul veicolo perché non c’è interscambio di dati con altri sistemi europei. di Nicola Sellitti  

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