L’attore e regista francese Sacha Guitry ripeteva spesso che persino «Dio crede nella pubblicità poiché ha messo delle campane in ognuna delle sue chiese» e il brand del din don va avanti ormai da secoli.
Ma quanto vale un brand? Mica tutti possono essere eterni. La domanda sorge spontanea guardando alla vicenda di Alitalia e Ita. Secondo Alfredo Altavilla, presidente esecutivo di Ita, il valore base di 290 milioni di euro per il marchio Alitalia sarebbe troppo alto.
Ha infatti sottolineato che «se una compagnia in 11 anni ha generato 3,5 miliardi di perdite operative» quella cifra corrisponde a «una valutazione non realistica», aggiungendo che il cda di Ita, convocato per domani, deciderà se partecipare oppure no alla gara per l’acquisto del marchio.
I commissari di Alitalia hanno replicato ad Altavilla che «la stima rappresenta il valore minimo risultante da una perizia di un professionista terzo» e adesso vedremo cosa succederà. Di certo il segnale di Altavilla ci pare incoraggiante dal punto di vista del metodo, che guarda ai costi per una compagnia che deve iniziare la sua attività. Con alcune domande: varrebbe davvero la pena spendere tanti soldi per un marchio? Quanto servirebbe a Ita? Trattasi peraltro di un brand che fa pensare a un passato recente e non certo fortunato.
Nella vita, per guardare al futuro, a volte bisogna liberarsi di abitudini e simboli del passato. Vale anche in economia. Con una preghiera alla politica nazionale su Ita: per una volta stia zitta. Magari porta pure bene.
di Aldo Smilzo
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