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Il posto fisso è tornato in auge 

Torna il cosiddetto fenomeno “Big stay”. Secondo i dati del 7° Rapporto Censis-Eudaimon, il numero dei lavoratori che si dimettono è in calo

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Il posto fisso è tornato in auge 

Torna il cosiddetto fenomeno “Big stay”. Secondo i dati del 7° Rapporto Censis-Eudaimon, il numero dei lavoratori che si dimettono è in calo

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Il posto fisso è tornato in auge 

Torna il cosiddetto fenomeno “Big stay”. Secondo i dati del 7° Rapporto Censis-Eudaimon, il numero dei lavoratori che si dimettono è in calo

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Torna il cosiddetto fenomeno “Big stay”. Secondo i dati del 7° Rapporto Censis-Eudaimon, il numero dei lavoratori che si dimettono è in calo

È indubbio come certe ricerche tendano a far emergere soltanto la verità che si vuole comunicare. Fortuna che negli anni s’impara a capire il peso di certe notizie e a intuire quelle che sono le inversioni di tendenza. Una di queste è per esempio quella relativa al cosiddetto fenomeno del ‘Big Stay’. Bastano quattro chiacchiere in giro per rendersi conto che dopo anni trascorsi a parlare di Great Resignation –quell’onda a ridosso del Covid che ha spinto milioni di persone in tutto il mondo a ripensare ai propri progetti di vita e a dare le dimissioni dal posto fisso alla ricerca di una fantomatica felicità – si stia attraversando ora una nuova era, tutta in controtendenza.

Certo, molto hanno fatto le politiche di welfare divenute ormai imprescindibili in ogni luogo di lavoro. Formare il personale rappresenta infatti un costo importante per le aziende: perdere i lavoratori più preparati è uno svantaggio che, se ripetuto x volte, può avere un impatto importante anche sulla redditività. Insomma, c’è poco da scherzare. Una maggiore attenzione verso i dipendenti è quindi un investimento al pari dell’acquisto di un macchinario più efficiente.

Stando ai dati del 7° Rapporto Censis-Eudaimon, nei primi tre trimestri del 2023 il numero dei lavoratori dimissionari ha registrato sempre il segno meno. Negli Stati Uniti, un faro in fatto di job trends, 4 dipendenti su 5 dichiarano di non voler cambiare lavoro almeno fino al 2025. Lavoratori più contenti, azienda più contenta.

Di Ilaria Cuzzolin

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