Roberto Cingolani, ministro della Transizione energetica, ha ragione: qualcuno deve pur dirlo che la bolletta elettrica è già aumentata del 20% e che il prossimo trimestre aumenterà di un ulteriore 40%.
Grazie per l’avviso, utile come sapere che domani pioverà. Onde evitare che dopo il “piove” il detto popolare sia completato, però, nel caso di Giove pluvio il compito di chi governa è occuparsi del deflusso delle acque.
Nel caso delle bollette di praticare una politica energetica, magari non transitoria, che non lasci in balia dei prezzi delle materie prime. Che sono la causa dei rincari.
In Cina, ad esempio, stanno facendo incetta di gas liquido, prevedendo futuri rincari. Noi non possiamo, perché i no- tutto bloccarono anche i rigassificatori.
Cresce il prezzo del gas (effetto della ripartenza) ma anche quello del bruciare il gas, con relative emissioni, sicché occorre stabilire dove si va a parare in quanto a fonti. Quella nucleare, ad esempio, non può essere un bel tema di interviste e convegni. Si decida. C’è un tema fiscale.
Il costo medio di un litro di benzina, per dire, è 1,65 euro: 62 centesimi il carburante e 1,03 il fisco. Sappiamo che la pressione fiscale non scenderà fin quando non si faranno tagli permanenti alla spesa pubblica corrente, ma date queste proporzioni è bene anche sapere che più sale il prezzo delle materie prime più incassa il fisco.
Il governo conferma questo andazzo? Piove, abbiamo capito, ma la tassa sul bagnato potrebbe rivelarsi umidiccia.
di Gaia Cenol
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