L’ipocrisia è insopportabile. In politica, poi, oltretutto ingiustificabile. Perché chi è chiamato a ricoprire cariche elettive ha il dovere delle proprie scelte e della coerenza. Soprattutto deve saper riconoscere i propri errori. Si chiama responsabilità ed è ciò fa la differenza fra i bambini il mondo adulto.
Sulla giustizia, abbiamo assistito anche ieri sera a uno spettacolo indecoroso, con i partiti il cui unico scopo è apparso difendere le bandierine piantate nel terreno. Così, mentre il ministro Cartabia diceva la semplice verità, vale a dire che la riforma Bonafede viene cancellata da quella voluta dal governo Draghi, il Movimento Cinque Stelle si intestava un’inesistente resurrezione della cancellazione della prescrizione. Si gioca con le parole, senza troppa vergogna.
Il vizio riguarda peraltro tutti: Lega, PD, Renzi, Forza Italia… tutti concentrati a difendere il proprio orticello, pensando ai sondaggi, nulla più di questo.
Lo stesso governo, del resto, se da un lato con il Presidente del Consiglio pretende l’approvazione del testo così come portato in CdM, dall’altro lato tollera queste sterili prese di posizione. Pur di portare a casa il risultato.
La politica è l’arte del compromesso, per carità, ma quando si trasforma in arena dell’ipocrisia scivola verso l’inconsistenza.
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