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La gentilezza salverà il mondo (forse)

“La bellezza salverà il mondo” citava Fedor Dostoevskij nel suo romanzo “L’idiota”. Ma cos’è in fondo la bellezza?

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La gentilezza salverà il mondo (forse)

“La bellezza salverà il mondo” citava Fedor Dostoevskij nel suo romanzo “L’idiota”. Ma cos’è in fondo la bellezza?

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La gentilezza salverà il mondo (forse)

“La bellezza salverà il mondo” citava Fedor Dostoevskij nel suo romanzo “L’idiota”. Ma cos’è in fondo la bellezza?

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“La bellezza salverà il mondo” citava Fedor Dostoevskij nel suo romanzo “L’idiota”. Ma cos’è in fondo la bellezza?

Se è vero che essa può riferirsi al fascino della persona amata, a un gesto o a un luogo del cuore, non è anche vero che la bellezza può essere assimilata a un sentimento dell’essere umano quale la gentilezza? In un mondo che ci vuole sempre più competitivi per dimostrare la nostra superiorità rispetto agli altri, praticare questo sentimento sembra quasi da “sfigati”. Lo stesso termine che ha ripetuto più volte la passeggera del volo Ryanair partito da Ibiza e diretto all’aeroporto Orio al Serio di Bergamo lo scorso 25 maggio contro i passeggeri che le avrebbero chiesto di rispettare il distanziamento e di utilizzare correttamente la mascherina. La donna, come purtroppo sappiamo a causa dei numerosi video che circolano in rete, ha iniziato a inveire contro i suoi vicini di volo e il personale di bordo, urlando, tirando calci, offendendo e sputando verso alcuni di loro, appellandosi al fatto di essere in un Paese democratico. Una volta atterrata a destinazione è stata giustamente denunciata dalla Polizia di frontiera, ma ciò non è bastato a farla desistere dal postare alcuni video sui suoi social affermando che “lei la vita se la gode”, al contrario degli altri “sfigati e frustrati” che continuavano a chiederle di mantenere le distanze. Tralasciando la questione legale conseguente ai suoi comportamenti, il dibattito è relativo al perché di un atteggiamento così aggressivo nei confronti di altre persone alla sua pari ritenute inferiori. Perché continuare a urlare epiteti gravissimi e alzare le mani per affermare la propria superiorità? Perché non ci si limita a prendere atto dei propri errori e chiedere scusa o quantomeno sostenere il proprio pensiero in maniera civile? Ma soprattutto, perché chi si rivolge in modo pacato e senza sovrastare l’altro deve esser considerato uno sfigato? Che si sia sentita legittimata in nome dei suoi diritti o sia stato uno sfogo del momento dettato da altro, è bene ribadire che tali condotte devono sempre essere condannate. Se la pandemia “ci renderà delle persone migliori”, non sarebbe forse corretto tornare a praticare quel sentimento della gentilezza che ormai sembra essere passato di moda?   di Alessia Luceri

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