Può sembrare un paradosso ma purtroppo non lo è: le Olimpiadi di Tokyo 2020, evento mondiale, si possono seguire gratuitamente su Rai 2 ma non in streaming, una vera e propria beffa che colpisce soprattutto i più giovani, come gli studenti fuori sede abituati a guardare la tv sui telefonini o dagli schermi di un computer.
Del resto come ogni evento sportivo che si rispetti, anche le Olimpiadi devono sottostare alla dura legge dei diritti tv ma è pur vero che è della Tv di Stato che si sta parlando.
Su Rai 2, “la rete olimpica”, chiunque può seguire in diretta le Olimpiadi – fuso orario permettendo! – o più semplicemente guardare nell’arco della giornata le finestre riassuntive con i momenti più avvincenti. Il discorso è totalmente diverso per la piattaforma streaming RaiPlay, dove invece non è possibile assistere alle gare perché, come si legge dal sito, la “Rai non detiene i diritti per lo streaming di questo contenuto”. Ad essersi aggiudicate i diritti sono state infatti le piattaforme Discovery+ ed Eurosport Player, entrambe però a pagamento.
Chi viene penalizzato da questo tipo di scelte commerciali sono soprattutto i giovani. Anche perchè è impensabile immaginare che un ragazzo decida di abbonarsi a uno di questi canali soltanto per seguire le Olimpiadi, che finiranno l’8 agosto. Non gli resta che accontentarsi di leggere su vari siti gli esiti delle gare.
Anche seguire le Olimpiadi in diretta radio diventa complicato.
La Rai dà la possibilità di ascoltare in diretta i risultati delle gare olimpiche ma solo sulle frequenze FM e DAB di Rai Radio 1. Su RaiPlay Radio rimane sempre il solito problema: i diritti.
Il fatto che la Rai non abbia i diritti per lo streaming, porta una grande perdita di pubblico per la Rai stessa, perché tramite Rai Play avrebbe potuto registrare molti più ascolti.
Le polemiche sui mancati diritti Tv di mamma Rai si ricollegano alla notizia che il canone potrebbe non apparire più in bolletta e che ha messo in allerta l’Unione Sindacale Giornalisti Rai (Usigrai) che lamenta le continue incertezze di questo periodo, in particolare sulla carenza di risorse interne.
Ma il canone in bolletta rappresenta di fatto un “onere improprio” nel rispetto degli accordi presi con Bruxelles tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per cui per un principio di concorrenza e trasparenza bisognerà eliminare gli oneri impropri dai costi dell’energia.
È giusto che televisione e streaming vadano di pari passo e che ciò che viene mostrato ai telespettatori in chiaro venga poi fatto vedere gratuitamente anche online. Soprattutto se si parla di servizio pubblico e di un evento tanto importante come le Olimpiadi. Il rischio è che ci sia una disparità dovuta al mezzo che si utilizza.
di Filippo Messina
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