LinkedIn è il social più sostenibile
Fra tutti i social network è LinkedIn quello dove si tengono i dibattiti più utili al tema green. Le persone hanno capito che la questione ambientale non può più essere ignorata.
LinkedIn è il social più sostenibile
Fra tutti i social network è LinkedIn quello dove si tengono i dibattiti più utili al tema green. Le persone hanno capito che la questione ambientale non può più essere ignorata.
LinkedIn è il social più sostenibile
Fra tutti i social network è LinkedIn quello dove si tengono i dibattiti più utili al tema green. Le persone hanno capito che la questione ambientale non può più essere ignorata.
Fra tutti i social network è LinkedIn quello dove si tengono i dibattiti più utili al tema green. Le persone hanno capito che la questione ambientale non può più essere ignorata.
Gli ultimi casi di cronaca sono la conferma che rimandare al domani il problema ambientale non è più possibile. È necessario parlarne sì, ancora di più agire. La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel corso dell’ultimo G20 non ha usato giri di parole: “Entro il 2030 servirà ridurre del 55% le emissioni rispetto ai livelli che si sono raggiunti nel 1990, in vista di un unico comune obiettivo: la neutralità climatica per il 2050”.
Se prima l’argomento sembrava suscitare poco interesse nell’opinione pubblica, oggi il problema del cambiamento climatico è sulla bocca di tutti. Sono i social a ospitare i dibattiti più accesi e smuovere le coscienze.
LinkedIn, il social dove più si parla del tema ambientale
Tra tutti i social però ce n’è uno che spodesta gli altri: LinkedIn. È qui che si trovano più conversazioni sulla sostenibilità: dalle auto ibride al riciclo, dai gas serra all’economia circolare. Molte personalità di spicco, come alcuni top manager mondiali, si rivolgono ai propri follower parlando di questo argomento, spiegando loro ciò che le proprie aziende vogliono fare per aiutare sempre di più il pianeta. In particolare per i settori automotive ed energia, questo tema è centrale. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’osservatorio Social Top Manager di Reputation Manager, Luca de Meo, Amministratore del gruppo Renault, secondo tra i top manager più seguiti di LinkedIn dopo Stephan Winkelmann (Presidente e Amministratore Delegato di Lamborghini) è uno tra quelli che più si spende per la causa green. De Meo, dal suo profilo, parla ai suoi 62 mila follower dell’impegno aziendale di Renault nei confronti di mobilità elettrica e sostenibile. In modo particolare negli ultimi due mesi, i post che ha scritto sono tutti rivolti a questi temi: l’importanza della mobilità a basse emissioni di carbonio e molte altre attività a bassissimo impatto ambientale sono predominanti nelle sue pubblicazioni. Con 54 mila follower, è terzo Marco Alverà, il CEO di Snam. Alverà parla dell’impegno della società nello studio e sviluppo dell’idrogeno verde. Ha annunciato anche il supporto di Snam a “Road to Rome 2021. Start Again”, la manifestazione che ripercorre il percorso della via Francigena per unire territori e comunità. A parlare di futuro sostenibile è anche Francesco Starace, al quinto posto di questa speciale classifica con i suoi 39 mila seguaci. L’Amministratore Delegato di Enel, negli ultimi mesi, ha spesso condiviso importanti novità della sua azienda per quel che riguarda il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati dalle Nazioni Unite per l’anno 2030, da riuscire a completare nel più breve tempo possibile. Anche nelle banche il problema ambientale è caro a molti. Corrado Passera, il fondatore e Amministratore Delegato di Illimity Bank dai 38 mila follower, ha presentato e spiegato il primo Bilancio di sostenibilità della banca, la Fondazione ad essa collegata ed il Piano strategico aziendale fino al 2025. Ad esempio “la progressiva introduzione dei rating ESG (Environmental, Social, Governance – Ambientale, Sociale, Governativo) nella valutazione del credito e la carbon neutrality del gruppo. Inoltre si lavorerà su molti cantieri, dall’inserimento delle metriche ESG nel sistema di incentivazione a lungo termine del management, fino a una piena integrazione degli stessi nella valutazione dei rischi”. A seguire Claudio Descalzi, con 36 mila seguaci. Il CEO di Eni, con l’obiettivo di far sì che i consumatori optino per uno stile di consumo più circolare, ha descritto loro la “Carta del Consumo circolare”, creatasi con la partnership tra Eni e le Associazioni dei Consumatori italiane. Descalzi a giugno ha anche presentato il Sustainability Report dell’azienda in cui riporta come l’Azienda si impegnerà ad aumentare gli investimenti nella decarbonizzazione fino a ridurre le emissioni per arrivare allo zero netto.L’ambiente, l’argomento che unisce tutti
Si è capito e continuiamo a comprendere sempre di più l’importanza della tutela ambientale. Finalmente ci si sta muovendo nella direzione giusta, si prende coscienza del fatto che il pianeta è da preservare, sempre. Dai nostri stili di vita e i consumi dipende la salute dell’ambiente. Il surriscaldamento globale, la scomparsa delle mezze stagioni, gli eventi naturali catastrofici sono solo alcuni dei fenomeni che ci devono far mettere in testa quanto sia importante aiutare la terra, l’unica vera casa che abbiamo a disposizione. di Filippo MessinaLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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