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Mattarella, il tifoso sobrio che doveva fare scuola

Un brutto spettacolo quello dei festeggiamenti impazziti dei giorni scorsi. In questo momento era doverosa una gioia composta come quella mostrata dal Capo dello Stato a Wembley.

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Mattarella, il tifoso sobrio che doveva fare scuola

Un brutto spettacolo quello dei festeggiamenti impazziti dei giorni scorsi. In questo momento era doverosa una gioia composta come quella mostrata dal Capo dello Stato a Wembley.

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Mattarella, il tifoso sobrio che doveva fare scuola

Un brutto spettacolo quello dei festeggiamenti impazziti dei giorni scorsi. In questo momento era doverosa una gioia composta come quella mostrata dal Capo dello Stato a Wembley.

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Un brutto spettacolo quello dei festeggiamenti impazziti dei giorni scorsi. In questo momento era doverosa una gioia composta come quella mostrata dal Capo dello Stato a Wembley.

La vittoria dell’Italia agli Europei 2020 è stata un’emozione fortissima, una boccata di ossigeno arrivata dopo un anno difficile e sofferto.  Sacrosanto il diritto di festeggiare e gioire dell’impresa ma senza mai dimenticare che siamo ancora in piena emergenza Covid. I tafferugli, gli atti vandalici, la folla ammassata senza mascherine al cospetto del pullman scoperto che trasportava i giocatori per le vie di Roma, oltre a essere state irrispettose verso quei 100mila italiani e passa che di Covid sono morti, sono state una gravissima imprudenza. La percentuale della popolazione vaccinata in Italia non ha ancora raggiunto la soglia necessaria a tirare un sospiro di sollievo, i mesi passati tra isolamenti e lock-down ripetuti sembrano ormai lontani da dimenticarsene. E’ questo della ripartenza invece il momento più delicato, in cui non si deve abbassare la guardia. Eppure il presidente Sergio Mattarella, presente alla finale di  Wembley, il modello da seguire l’aveva mostrato eccome! Al gol di Bonucci che ha riaperto la partita, il Capo dello Stato si è lasciato andare a un sussulto composto; le sue manifestazioni di gioia a seguito della vittoria  hanno fatto impazzire il web che lo ha travolto di complimenti per la classe del suo tifo dalla tribuna.  Quella sarebbe stata la via da seguire, preferibilmente dalle proprie case. Bene anche scendere in piazza ma senza mai dimenticare per un attimo che il Covid è ancora tra noi. A tutti, giovani e meno giovani, è chiesto un ultimo colpo di reni perché si possa tornare alla normalità il prima possibile. Non possiamo permettere che una partita di calcio metta a repentaglio mesi e mesi di sacrifici. “Gli italiani perdono le partite di calcio come fossero guerre e perdono guerre come fossero partite di calcio” andava ripetendo Sir Winston Churchill. E’ arrivato il momento di dimostrargli che si sbagliava, che questa guerra contro il Covid la vinceremo noi, con onore.   di Claudia Burgio

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