Se la scuola è anche una questione di pancia
Si è capito ormai da tempo che la scuola non è solo nutrimento per la mente ma è il luogo dove investire per promuovere un’educazione alimentare consapevole. Del resto è con preoccupazione che bisogna guardare ai dati relativi al sovrappeso infantile, con l’Italia, tra le peggio posizionate in Europa, un vero paradosso se pensiamo al nostro Paese come patria della dieta mediterranea!
Se la scuola è anche una questione di pancia
Si è capito ormai da tempo che la scuola non è solo nutrimento per la mente ma è il luogo dove investire per promuovere un’educazione alimentare consapevole. Del resto è con preoccupazione che bisogna guardare ai dati relativi al sovrappeso infantile, con l’Italia, tra le peggio posizionate in Europa, un vero paradosso se pensiamo al nostro Paese come patria della dieta mediterranea!
Se la scuola è anche una questione di pancia
Si è capito ormai da tempo che la scuola non è solo nutrimento per la mente ma è il luogo dove investire per promuovere un’educazione alimentare consapevole. Del resto è con preoccupazione che bisogna guardare ai dati relativi al sovrappeso infantile, con l’Italia, tra le peggio posizionate in Europa, un vero paradosso se pensiamo al nostro Paese come patria della dieta mediterranea!
Si è capito ormai da tempo che la scuola non è solo nutrimento per la mente ma è il luogo dove investire per promuovere un’educazione alimentare consapevole. Del resto è con preoccupazione che bisogna guardare ai dati relativi al sovrappeso infantile, con l’Italia, tra le peggio posizionate in Europa, un vero paradosso se pensiamo al nostro Paese come patria della dieta mediterranea!
Inutile dire che questi chili in eccesso, un domani, avranno un costo sociale altissimo per la comunità tutta. La mensa scolastica rappresenta quel faro nel buio a cui aggrapparsi con tutte le forze per uscire da condanna senza fine.
Non sorprende che il World Food Programme e Unicef abbiano sollecitato i governi nazionali a preoccuparsi del fatto che, con le scuole chiuse causa Covid, 370 milioni di bambini nel mondo non ricevano più un pasto bilanciato. Servono 600 milioni di dollari per continuare a fornire un’alimentazione adeguata a queste famiglie per cui, quello a scuola, è l’unico vero pasto di tutta la giornata e – spiace dirlo – la sola valida ragione per mandare a studiare i propri figli, altrimenti risucchiati dalla piaga del lavoro minorile.
Non si deve fare l’errore di associare l’idea di malnutrizione esclusivamente alla triste immagine dei bambini africani diafani; anche quelli che faticano a chiudere la cinghia dei pantaloni lo sono, seppur in modo diverso. Servono pertanto interventi mirati, campagne di sensibilizzazione anche tra gli adulti, ma più di ogni cosa serve tenere aperte le scuole e le mense. Sempre.
In un anno speciale come questo, in cui le scuole rimarranno aperte anche d’estate grazie ai finanziamenti del Piano Scuola Estate, sembra più che mai opportuna l’idea della direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children, Raffaella Milano, che chiede di tenere aperte le mense scolastiche anche durante i mesi estivi.
Servirebbe poi un piano nazionale di interventi mirato a fornire di cucine quei tanti istituti scolastici ancora privi: su 40160 edifici solo 10598 hanno il servizio mensa, con la Sicilia fanalino di coda (appena il 10% del totale).
E’ doveroso non sprecare quest’occasione unica dei fondi in arrivo del Next Generation EU, un nome che è anche un programma e ci dice a chiare lettere il cavallo su cui puntare per il futuro.
di Ilaria Cuzzolin
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