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Minimalista libero

Viviamo in un mondo sempre più caratterizzato da un’elevata propensione al consumo in cui il minimalista si differenzia. Spesso, quando ci sentiamo oppressi dalla società non facciamo i conti con le nostre paure o ansie, ma scarichiamo la tensione facendo shopping.

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Minimalista libero

Viviamo in un mondo sempre più caratterizzato da un’elevata propensione al consumo in cui il minimalista si differenzia. Spesso, quando ci sentiamo oppressi dalla società non facciamo i conti con le nostre paure o ansie, ma scarichiamo la tensione facendo shopping.

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Minimalista libero

Viviamo in un mondo sempre più caratterizzato da un’elevata propensione al consumo in cui il minimalista si differenzia. Spesso, quando ci sentiamo oppressi dalla società non facciamo i conti con le nostre paure o ansie, ma scarichiamo la tensione facendo shopping.

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Viviamo in un mondo sempre più caratterizzato da un’elevata propensione al consumo in cui il minimalista si differenzia. Spesso, quando ci sentiamo oppressi dalla società non facciamo i conti con le nostre paure o ansie, ma scarichiamo la tensione facendo shopping.

Eppure, non è sempre così: i minimalisti, per esempio, reagiscono in modo completamente opposto ai problemi della vita.

Ma che cos’è il minimalismo?

È uno stile di vita che consiste non solo nell’eliminare oggetti superflui, ma anche nello scegliere soltanto frequentazioni e attività che possano realmente portare valore.

Chi sceglie di essere minimalista sa che il miglior modo per essere felice è quello di prendere decisioni consapevoli.

Essere minimalisti non è una decisione ma una scelta, un cambiamento progressivo della propria vita.

Ci sono vari tipi di minimalismo: oltre a quello tipico del design e della moda, esiste anche quello digitale.

Lo smartphone, con le sue distrazioni, non aiuta a prendere scelte in modo consapevole, e annulla quasi completamente la produttività.

Quante volte ci è capitato di aprire i social senza un motivo apparente perdendo la maggior parte del nostro tempo?

Tante, forse troppe.

Lo scrittore americano Cal Newport nel suo libro ‘‘Minimalismo Digitale’’ riporta una sfida di 7 giorni che aiuta a comprendere questo fenomeno: eliminare dal telefono tutti i social, sistemare la rubrica contatti e disattivare le notifiche, proprio per entrare nell’ottica che ci si può staccare dallo smartphone.

Ed è questo l’atteggiamento del minimalista che vive libero, senza ansia da notifica.

Inoltre, la maggior parte delle persone non solo si distrae, ma perde tempo dietro a informazioni determinate dall’algoritmo.

Per esempio, quando ci ritroviamo davanti a delle informazioni online, è perché abbiamo scelto noi di leggerle oppure sono state messe davanti ai nostri occhi in base alla nostra precedente attività?

Con questo approccio minimalista siamo noi a scegliere ciò che vogliamo vedere. Almeno vogliamo credere che sia così e si è a tutti gli effetti a capo della propria vita digitale.

  di Marta Melarato

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