Dovremmo, almeno per qualche ora, mettere da parte polemiche, distinguo, avversioni politiche e persino ideologiche, prendendo semplicemente atto di un risultato positivo per tutti. Le parole di Mario Draghi – alla presentazione del cosiddetto ‘Green Pass all’italiana’ – hanno avuto l’effetto di accelerare di botto le prenotazioni delle prime dosi di prenotazioni, circa 250.000 in un giorno solo. Bene, molto bene. Senza se e senza ma.
Di più: la spinta imposta dall’uso estensivo del passaporto vaccinale, accompagnata da un intervento insolitamente duro del Presidente del Consiglio, evidenzia ulteriori elementi, su cui riflettere insieme.
Ho provato a sviluppare due concetti, su cui chiedo come sempre i vostri pareri e preziose critiche: da un lato, la necessità di fare mea culpa per la troppa attenzione che noi tutti giornalisti abbiamo dato al variegato universo ‘no’ e ‘nivax’. Dall’altro, però, una presa di coscienza collettiva: parliamo pur sempre di un’assoluta minoranza.
Magari rumorosa e aggressiva, ma spesso sparuta, se non addirittura risibile in numeri assoluti. Faremmo bene a tenerlo a mente, ogni qualvolta affrontiamo l’argomento.
Anche per non ottenere il paradossale effetto di regalare un’attenzione e un peso specifico del tutto slegati dalla consistenza di questi movimenti nella società reale.
di Fulvio Giuliani
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