All’inizio della campagna elettorale Silvio Berlusconi ha lanciato la proposta di piantare un milione di alberi. Si sono subito scatenati i frequentatori dei social con meme e battute ironiche. La cosa sembra sia caduta, il centrodestra non ha cavalcato l’idea. Un errore, a mio avviso, perché andava a scompaginare parte del campo avversario. Escludo, infatti, che Bonelli in particolare ma anche Fratoianni potessero essere in disaccordo.
Ogni volta che in Italia piove, ecco puntuali frane devastanti, danni incalcolabili, talvolta vittime, sempre gravi disagi. Tra le cause, la cosiddetta “deforestazione”. Tra il 2010 e il 2020 il nostro pianeta ha perso ogni anno 4,7 milioni di ettari forestali. Pensate che più di un terzo del territorio italiano (il 36,7%) è ricoperto da foreste e boschi. I problemi non sono soltanto quantitativi ma anche qualitativi. Le foreste sono serbatoi fondamentali di ossigeno, minacciati da fattori quasi sempre riconducibili all’attività umana. Aumentano i fenomeni estremi come le “ondate di calore”, aumentano le difficoltà per spegnere gli incendi nei boschi, sempre – ribadisco: sempre – causati da criminali benevolmente definiti piromani e di difficile individuazione.
Ci occupiamo – nei media è un mantra – dell’Amazzonia, giustamente per carità, dimenticandoci che il nostro Paese presenta problemi non dissimili. Le foreste ci proteggono, fanno da scudo al cambiamento climatico, salvaguardano la biodiversità. Producono ossigeno e sono protagoniste di diverse attività economiche e perfino ricreative. Vanno però gestite in maniera sostenibile e laddove gli alberi mancano, soprattutto nei centri abitati, vanno implementati.
Quella di Berlusconi non era affatto una cattiva idea o un inutile spot propagandistico. Peccato sia rimasta, almeno fino ad oggi, solo una boutade da campagna elettorale. Questo tema dovrebbe essere invece al centro anche del dibattito europeo.
L’Unione europea è responsabile del 16% del disboscamento legato al commercio internazionale, dopo la Cina col 24%. Occorrono leggi con obiettivi vincolanti sulla deforestazione, anche perché l’impegno volontario di alcune associazioni non ha funzionato. A oggi la politica italiana parla invece d’altro. Alleanze, veti e insulti si susseguono su Twitter, che ha sostituito i vecchi cartelloni elettorali un tempo installati lungo le strade.
di Andrea Pamparana
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