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Rai, di tutto come al solito

Nel giro di poche settimane, dopo il caso Fabio Fazio, anche Lucia Annunziata ha deciso di lasciare la Rai
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Rai, di tutto come al solito

Nel giro di poche settimane, dopo il caso Fabio Fazio, anche Lucia Annunziata ha deciso di lasciare la Rai
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Rai, di tutto come al solito

Nel giro di poche settimane, dopo il caso Fabio Fazio, anche Lucia Annunziata ha deciso di lasciare la Rai
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Nel giro di poche settimane, dopo il caso Fabio Fazio, anche Lucia Annunziata ha deciso di lasciare la Rai
Ci risiamo: nel giro di poche settimane, dopo il caso Fabio Fazio, tocca a Lucia Annunziata. Molto meno trascinato nel tempo, più limpido e tutto sommato lineare nel suo sviluppo, anche l’addio della nota giornalista alla televisione di Stato si è consumato. A differenza del conduttore e della “combo“ con Luciana Littizzetto, non è dato sapere se la Annunziata abbia già un approdo sicuro o meno. Possiamo limitarci a supporre che una soluzione soddisfacente dal punto di vista professionale la si troverà (parliamo di una giornalista di profonda esperienza e riconosciute capacità), ma non è certo questo gran tema di dibattito pubblico. Colpiscono, piuttosto, la terminologia usata e le immagini scelte per accompagnare l’annuncio: “Non rimango qui da prigioniero politico“, ha dichiarato fra l’altro la Annunziata, espressione oggettivamente un filino ridondante, considerato il ruolo della stessa, le sue apertissime e del tutto legittime simpatie e antipatie politiche e il non averle mai nascoste. Altrettanto legittimamente, sia chiaro, ma pur sempre dando alla propria attività giornalistica un’impronta di parte tipica delle stagioni della nostra televisione di Stato. Lontana anni luce da un sempre vagheggiato e mai neppure sfiorato “modello BBC“. È tutto sempre esagerato quello che ruota intorno alla Rai, oltre che incredibilmente uguale a se stesso. Una scena ripetitiva, estenuante, in cui a turno – scambiandosi con stupefacente regolarità i ruoli – i partiti urlano ipocritamente allo scandalo per comportamenti che ciascuno ha tenuto quando ha avuto l’opportunità di mettere le mani sulla gestione dell’azienda. Nessuno escluso. Ognuno con i suoi “preferiti“, gli “amici” e gli inevitabili “avversari” da ostracizzare. Quindi, ci sia fatta almeno la cortesia di evitare questi toni da tragedia popolare, assolutamente sproporzionati e vagamente ridicoli. Balletti, accuse, vendette da consumare si potrebbero magicamente eliminare solo mettendo sul mercato e privatizzando questo balenottero. Cosa che nessuno naturalmente penserà mai di fare, aspettando pazientemente il proprio turno di gestione del potere. di Fulvio Giuliani

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