Tanto rumore indifferenziato
Se dal ddl sull’Autonomia differenziata dipendesse davvero il futuro del Paese, come spiegare la totale indifferenza dei cittadini?
| Politica
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Se dal ddl sull’Autonomia differenziata dipendesse davvero il futuro del Paese, come spiegare la totale indifferenza dei cittadini?
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Tanto rumore indifferenziato
Se dal ddl sull’Autonomia differenziata dipendesse davvero il futuro del Paese, come spiegare la totale indifferenza dei cittadini?
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Se dal ddl sull’Autonomia differenziata dipendesse davvero il futuro del Paese, come spiegare la totale indifferenza dei cittadini?
Non mi soffermerò sugli aspetti tecnici del Disegno di Legge sull’Autonomia differenziata, sui Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep) che nessuno sa che fine abbiano fatto, su questa finta-grande battaglia fra chi urla alla dissoluzione dello Stato unitario e chi annuncia l’alba di una nuova era di ricchezza e prosperità per tutti.
Ci coglie la noia ad affrontare in questo modo il tema determinato dal primo voto al Senato sul Ddl fortemente voluto dalla Lega e parte del programma di governo e accordo di coalizione con Fratelli d’Italia e Forza Italia. Quello che ha posto sul piatto della bilancia il Premierato così caro alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i temi sulla giustizia identitari (almeno lo erano) per Forza Italia.
Questa la cornice o se preferite il rumore di fondo buono a coprire una considerazione persino banale, ma che non possiamo non condividere: se questa fosse la straordinaria, grande battaglia di cui si dice, se fosse in gioco il futuro del Paese in un senso o nell’altro, è mai possibile che la faccenda interesserebbe giusto nell’isolato di Palazzo Madama e Montecitorio?
È credibile che questa distanza galattica fra le pompose dichiarazioni del mondo della politica e la totale indifferenza dei cittadini sia spiegabile solo con una clamorosa distrazione di milioni di italiani o totale disinteresse? Non è che la gente semplicemente non ci crede, coglie la pretestuosità dei toni, questo cercare di costruire artificialmente la “storia”, quando si fa fatica ad arrivare alla cronaca? Le riforme istituzionali e costituzionali sono una cosa serissima, definiscono il futuro degli Stati, soprattutto delle persone, dei nostri figli. Sul serio possiamo credere che il ‘popolo’ spesso invocato in modo strumentale sia così superficiale da fregarsene altamente di qualcosa in grado di incidere sulla vita di ciascuno per decenni?
Quanta supponenza in un modo di fare politica che guarda al massimo alla prossima tornata elettorale e compulsa freneticamente i sondaggi. Una politica che non lascerà traccia di sé, se non i danni procurati per insipienza e presunzione. Terribile mix.
Se non ci credete, andatevi rivedere i guasti seguiti alla riforma del Titolo V della Costituzione, approvata per una manciata di voti dall’allora maggioranza morente di centrosinistra nel tentativo disperato di inseguire il centrodestra e le fantasie secessionista della Lega bossiana.
Un errore clamoroso, che ha portato al dissesto finanziario di intere Regioni e a sconfortanti differenze nei servizi sanitari offerti ai cittadini. Proprio quei “buchi“ e disparità di trattamento che oggi una parte sostiene verranno sanati dall’Autonomia differenziata e l’altra dimentica che già ci sono e perché ci sono. Uno spettacolo tragicomico.
di Fulvio Giuliani
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