La campagna elettorale e la comunicazione che non decolla
| Politica
Mancano pochi giorni alle elezioni, eppure non si direbbe a sentire la campagna elettorale. Ecco come si stanno muovendo i vari partiti, chi sta guadagnando punti e chi invece si sta ingarbugliando nel tentativo di prendere qualche voto.
La campagna elettorale e la comunicazione che non decolla
Mancano pochi giorni alle elezioni, eppure non si direbbe a sentire la campagna elettorale. Ecco come si stanno muovendo i vari partiti, chi sta guadagnando punti e chi invece si sta ingarbugliando nel tentativo di prendere qualche voto.
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La campagna elettorale e la comunicazione che non decolla
Mancano pochi giorni alle elezioni, eppure non si direbbe a sentire la campagna elettorale. Ecco come si stanno muovendo i vari partiti, chi sta guadagnando punti e chi invece si sta ingarbugliando nel tentativo di prendere qualche voto.
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Ci separano ormai poche settimane dal voto e la campagna elettorale non accenna a decollare. La sensazione è che ci sia più attenzione a evitare passi falsi che a comunicare in modo efficace, nonostante un bacino gigantesco a cui poter attingere, visto che circa la metà del Paese afferma che non voterà o che ancora non sa a chi dare il suo voto. Poche le affissioni, che tanto ormai camminiamo per strada con la faccia fissa sul telefono e poi si corre il rischio che le fotografino e le postino sui social con sotto i cassonetti stracolmi di immondizia, a ribadire la distanza tra politica e realtà. Pochi i dibattiti e poco seguiti, che tanto dicono sempre le stesse cose ed è meglio una serie tv. Molti più i messaggi social, anche se è risaputo che possono rappresentare un boomerang non indifferente se non si sanno utilizzare a dovere, come dimostra la questione delle “devianze” in cui sono inciampati sia Giorgia Meloni che Enrico Letta.
La sensazione è che in questo particolare momento storico, in cui quello che spaventa di più è l’incertezza da cui siamo avvolti, siano vincenti le comunicazioni che puntano sulla coerenza tra identità, messaggio e linguaggio. Una coerenza molto più semplice da ottenere quando la linea politica è chiara, definita e si differenzia in modo sostanziale da quella degli altri partiti. Lo hanno capito Conte & Co. che, dopo essersi ridotti a un terzo dei consensi, sono corsi ai ripari virando da partitone anti-sistema populista buono per tutte le stagioni a partito di sinistra-sinistra, complice anche la fuoriuscita dell’ingombrante Di Maio.
Analizzando i dati degli ultimi sondaggi, appare evidente che Fratelli D’Italia e M5S sono i due partiti che stanno ottenendo più risultati dalla comunicazione di questa campagna, grazie alla capacità di intercettare e rassicurare il proprio potenziale elettorato. In particolare, è stata brava Giorgia Meloni a differenziare con toni più pacati la sua comunicazione personale, riuscendo così ad allargare la base di consenso e a differenziarsi dal linguaggio tradizionalmente più aggressivo di Fratelli d’Italia.
Più complessa invece la situazione del Pd, che tenta di utilizzare una comunicazione semplice che però poco si addice sia al sentire della sua base sia alla complessità della sua stessa proposta politica, animata da fin troppe istanze contrapposte. La formula dello “Scegli” col faccione di Enrico Letta sembra fatta più per prestarsi ai meme degli avversari che a comunicare davvero il messaggio al potenziale elettore. Maluccio anche la Lega, che fa uso e abuso di slogan a effetto cavalcando sempre gli stessi cavalli di battaglia (immigrazione e sicurezza) che però sembrano interessare meno al suo elettorato rispetto al caro bollette.
Più coerente la comunicazione di Azione, tutta incentrata sui concetti di affidabilità, sicurezza e concretezza e di conseguenza un po’ troppo grigia per infiammare gli animi. Buona insomma per un elettore di mezza età indeciso e che non vuole rischiare ma decisamente poco appassionante per spostare voti. Risulta ben fatta e molto empatica la comunicazione di Sinistra Italiana, che ha un discreto appeal sull’elettorato più giovane ma che viene percepita come meno coerente causa alleanza col Pd, che su molti temi fondamentali ha idee e proposte diametralmente opposte al partito di Fratoianni.
Infine, un tuffo negli anni Novanta per la campagna di Forza Italia, pensata per un pubblico anziano e tutta incentrata sulla figura dell’inossidabile Silvio Berlusconi. Un perfetto esempio di coerenza interna fuori dal tempo e dallo spazio, sospesa in un Metaverso in cui tutto è possibile, con la stessa efficacia persuasiva di un venditore porta a porta che deve portare a casa lo stipendio. Chapeau.
di Maruska Albertazzi
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