Draghi e gli irresponsabili
| Politica
Adesso che la crisi di governo è realtà, tutti scoprono le irresponsabilità e le osservano esterefatti. Ma non può sfuggire alla memoria come quel “movimento” sia salito al potere con il 32% di voti dati da milioni di italiani.
Draghi e gli irresponsabili
Adesso che la crisi di governo è realtà, tutti scoprono le irresponsabilità e le osservano esterefatti. Ma non può sfuggire alla memoria come quel “movimento” sia salito al potere con il 32% di voti dati da milioni di italiani.
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Draghi e gli irresponsabili
Adesso che la crisi di governo è realtà, tutti scoprono le irresponsabilità e le osservano esterefatti. Ma non può sfuggire alla memoria come quel “movimento” sia salito al potere con il 32% di voti dati da milioni di italiani.
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Adesso tutti scoprono le irresponsabilità che ci hanno portato fin qui e osservano esterefatti un modo di fare che prescinde totalmente dall’interesse comune, dal futuro del Paese.
Per molti, troppi, è stato necessario che una persona perbene – incapace di farsi ricattare a fuoco lento dalla peggiore politica – facesse semplicemente ciò che aveva anticipato, per rendersi conto dell’enormità di ciò che sta accadendo. Ancora una volta, sempre quei tanti (troppi) pensavano che alla fine tutto si sarebbe aggiustato in qualche modo, nella confusione carnevalesca di mille altre occasioni.
Nel solito teatro dell’assurdo, in un po’ di colore e palcoscenico concesso a chi si è lanciato in politica solo per se stesso e oggi cerca di ritrovare, con ansia vagamente tragicomica, quella furia iconoclasta che aveva portato un “movimento“ senza né capo né coda a raccogliere i voti di oltre il 32% dell’italiani.
Non può sfuggire che oggi si cerchi di dimenticare, di considerare solo un incidente della storia il trionfo populista, come se quei milioni di cittadini non avessero espresso un voto assolutamente libero e consapevole a favore di chi voleva aprire scatolette di tonno e alla fine si è mangiato razionalità e dignità. Troppo facile, adesso, imputare tutto a Giuseppe Conte e a un manipolo di irriducibili ansiosi di farsi un po’ di opposizione catartica.
È il Paese ad aver dato le chiavi della legislatura a lor signori ed è il Paese che dovrebbe oggi far sentire tutta la propria indignazione per il modo in cui viene trattato un capo del governo che mezzo mondo ci ha invidiato.
Quando si è abituati alla mediocrità, però, l’eccellenza provoca evidentemente vertigini insopportabili.
Ne vivremo in questi quattro giorni che ci separano dallo showdown in Parlamento, ma è tutto molto semplice: o chi ha combinato questo disastro se ne torna con la coda fra le gambe o – se è vero che, come dice Conte, il “movimento fa il movimento“ – Draghi farà Draghi.
Di Fulvio Giuliani
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