Di Milano ce n’è solo una. Purtroppo
| Politica
Milano troppo cara, Milano troppo chic e altera, Milano disumana, Milano indifferente e chi più ne ha più ne metta
Di Milano ce n’è solo una. Purtroppo
Milano troppo cara, Milano troppo chic e altera, Milano disumana, Milano indifferente e chi più ne ha più ne metta
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Di Milano ce n’è solo una. Purtroppo
Milano troppo cara, Milano troppo chic e altera, Milano disumana, Milano indifferente e chi più ne ha più ne metta
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Sparare a zero su Milano deve essere diventata una specie di moda. Un irresistibile gara social a chi punta il dito e alza il sopracciglio con più vigore ed entusiasmo contro la città di gran lunga più internazionale, vitale, competitiva e moderna del nostro Paese.
Milano troppo cara, Milano troppo chic e altera, disumana, Milano indifferente e chi più ne ha più ne metta.
Un compendio di immagini stereotipate inanellate da presunti opinion maker e da inchieste giornalistiche tutte uguali. È abbastanza evidente che Milano generi – oltre a un bel pezzo di Pil e credibilità dell’Italia nel mondo – anche un’invidia con pochi eguali.
Se si ha voglia di uscire dal più scontato luogocomunismo, non sarà difficile spiegare perché Milano sia così più cara della media nazionale e alle prese con una vera e pericolosa bolla immobiliare: la città rappresenta un potentissimo polo attrattivo sui migliori talenti, risorse e potenzialità dell’intero Paese. Praticamente l’unico – se non parliamo di turismo, ovvio – capace di recitare un ruolo di rilievo a livello internazionale sul piano professionale e degli studi.
Tutto questo ha un prezzo o se preferite un costo, esattamente come nel caso di Londra, Berlino o Parigi. Per non parlare dei grandi o anche piccoli centri che negli Stati Uniti attraggono come delle irresistibili calamite i cervelli più ambiti al mondo. Da Seattle a San Francisco, per esempio, lungo la costa ovest si sono generate storture del mercato immobiliare e più in generale del costo della vita che fanno apparire la realtà milanese low cost.
Invece di narrare – rigorosamente a distanza e per sentito dire – una Milano invivibile, in preda ad orde di clandestini armati di coltello o di caricaturali imitazioni dei Ferragnez, converrebbe interrogarsi perché quasi nessun’altra realtà in Italia riesca a essere così volitiva, fantasiosa, inclusiva, competitiva come questa città dell’antico culto del lavoro e dal profondo rispetto per l’impegno.
Il problema è che di Milano in Italia ce n’è solo una, non che Milano sia troppo diversa e cara rispetto al resto del Paese. Ha nel Dna una caratteristica di straordinario valore, che i critici superficiali non colgono mai: al netto di difetti e problemi non dissimili da decine di altre metropoli medie o grandi, in questa città non conta tanto chi sei. Conta tantissimo cosa fai e come lo fai.
Escludendo i pirla (citazione) che non mancano mai, che tu sia nero, bianco, terrone, nordico o cinese puoi trovare spazio e realizzazione. Se vuoi e sei disposto a sudarteli.
Puoi fare, sbagliare e riprovare più che altrove, un vantaggio gigantesco per donne e uomini dalla più tenera età.
di Fulvio Giuliani
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