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Le dichiarazioni di Orban ci ricordano i valori dell’Occidente

Le dichiarazioni di Orban contro ‘la mescolanza delle razze’ ci ricorda un requisito non negoziabile in vista delle elezioni: la scelta atlantista dell’Italia e dell’Occidente, con i principi di libertà che ne derivano.
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Le dichiarazioni di Orban ci ricordano i valori dell’Occidente

Le dichiarazioni di Orban contro ‘la mescolanza delle razze’ ci ricorda un requisito non negoziabile in vista delle elezioni: la scelta atlantista dell’Italia e dell’Occidente, con i principi di libertà che ne derivano.
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Le dichiarazioni di Orban ci ricordano i valori dell’Occidente

Le dichiarazioni di Orban contro ‘la mescolanza delle razze’ ci ricorda un requisito non negoziabile in vista delle elezioni: la scelta atlantista dell’Italia e dell’Occidente, con i principi di libertà che ne derivano.
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Le dichiarazioni di Orban contro ‘la mescolanza delle razze’ ci ricorda un requisito non negoziabile in vista delle elezioni: la scelta atlantista dell’Italia e dell’Occidente, con i principi di libertà che ne derivano.
Mancano poco meno di due mesi alle elezioni politiche e mentre i partiti sono impegnati nel dividersi o nell’accordarsi su coalizioni possibili, collegi e candidature, la prepotenza della realtà pone l’urgenza di conoscere i programmi che verranno presentati agli elettori, con un pre-requisito non negoziabile: la scelta atlantista dell’Italia. Mentre il conflitto in Ucraina scatenato dall’invasione russa prosegue, la scelta occidentale in politica estera diventa infatti un perimetro non valicabile. A essa sono legati indissolubilmente i valori di tutela delle libertà, la politica economica ed energetica impostate in questi mesi – con la rinuncia al gas russo – e il futuro dell’Occidente. Mentre dal Pd e dal centrosinistra arrivano critiche alle posizioni di destra del suo partito, sembra averlo capito la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, al punto da evidenziarlo pubblicamente: Fd’I è un partito atlantista e condivide la scelta di politica energetica intrapresa da Mario Draghi. La Lega, in queste ore al centro di polemiche, sull’atlantismo dovrà essere chiara ed esplicita, meglio se per voce del suo leader Matteo Salvini. Lo stesso dicasi per tutti gli altri partiti, anche sul versante non destro, dai 5 Stelle alle formazioni a sinistra del Pd. A questo giro di giostra la scelta di politica estera è talmente dirimente che sarebbe cosa buona e giusta tenerla fuori anche da strumentalizzazioni a uso elettorale, più adatte al cabaret che alle scelte strategiche d’un grande Paese come l’Italia. Lo sottolineiamo perché l’Occidente è una comunità di interessi ma al tempo stesso anche di idealità e la cartina di tornasole di questa convergenza tra libertà economica e libertà civili è ben rappresentata in queste ore dalla diapositiva di Viktor Orbán e dell’Ungheria. Il premier magiaro se n’è uscito con una dichiarazione contro la mescolanza delle razze, suscitando indignazione persino nel suo stesso partito. Questo per quel che riguarda l’idealità. Quanto alle tasche, è di ieri l’annuncio del governo di Budapest d’un negoziato in corso con la Russia di Vladimir Putin per l’acquisto durante l’estate di altri 700 milioni di metri cubi di gas. La notizia è stata data alla radio dallo stesso Orbán: «Stiamo ancora negoziando con i russi per ottenere altro gas» e mettere in sicurezza il Paese. Sia chiaro: quello che vale per i partiti e i leader politici italiani – dichiarare in maniera netta la propria scelta occidentale – deve valere anche per lui e sarebbe il caso di cominciare a spiegarglielo senza troppe carinerie. Di Massimiliano Lenzi

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