Dopo il bisticcio, la scommessa e la continuità
La rottura con la Francia sul tema dell’immigrazione, la scommessa del gas nell’Adriatico e le trivellazioni.
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Dopo il bisticcio, la scommessa e la continuità
La rottura con la Francia sul tema dell’immigrazione, la scommessa del gas nell’Adriatico e le trivellazioni.
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Dopo il bisticcio, la scommessa e la continuità
La rottura con la Francia sul tema dell’immigrazione, la scommessa del gas nell’Adriatico e le trivellazioni.
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La rottura con la Francia sul tema dell’immigrazione, la scommessa del gas nell’Adriatico e le trivellazioni.
Il bisticcio, una scommessa e un po’ di logica continuità. Ieri, nella conferenza stampa di Giorgia Meloni – la più delicata da quando si trova a Palazzo Chigi, per via della rottura con la Francia sul tema dell’immigrazione, altro che rave party! – come in un film western di Sergio Leone è emersa una partita su tre sfide politiche. Il tema dell’incontro coi giornalisti, che doveva essere il decreto Aiuti, ha infatti finito col toccare nelle domande e nelle risposte l’argomento più caldo: la lite con Parigi sull’“Ocean Viking” e sullo sbarco e l’accoglienza dei migranti. Insomma, il bisticcio.
Cominciamo da qui. La linea della Meloni, dopo la reazione francese, è: se non ci si è capiti ci si spiega. O perlomeno proviamoci. La presidente del Consiglio, rammaricata per la reazione durissima di Macron all’Italia che cantava vittoria per la decisione di Parigi di offrire un porto per lo sbarco, ha sottolineato che dal suo punto di vista i ringraziamenti all’apertura francese erano un gesto distensivo (espresso, aggiungiamo noi, assai maldestramente). Detto ciò, la posizione del governo italiano è che non si possa litigare con gli altri Paesi sul Mediterraneo (giusto!) – Francia, Spagna, Malta, Cipro e Grecia – e che i confini siano europei e per questo vada trovata una soluzione con l’Europa (Paesi mediterranei compresi). Meloni ha suggerito di parlarne al Consiglio europeo o in altra sede, assicurando che l’Italia cercherà una linea comune e aggiungendo un punto di principio: i porti di approdo dei migranti non possono essere solo italiani, com’è stato sinora.
Come e se il bisticcio rientrerà lo vedremo, con un paio di subordinate non da poco:
1. che rientri l’invito all’isolamento dell’Italia richiesto dalla Francia agli altri Paesi europei, pena il rischio di non uscire da quella che per il quotidiano transalpino “Le Figaro” è già realtà: una crisi europea dopo la lite tra Parigi e Roma;
2. che il fenomeno epocale dell’immigrazione e degli sbarchi continuerà e occorre quindi che una linea comune venga trovata al più presto, prima di altri scontri che sarebbero ferali.
Detto del bisticcio, la scommessa: il gas nell’Adriatico e le trivellazioni. La Meloni ha spiegato che con il decreto approvato si consentono «nuove concessioni e ne sblocchiamo alcune in cambio del fatto che le aziende concessionarie cedano a prezzo calmierato una parte consistente del gas estratto, ovvero il 75% del gas previsto per i primi due anni». Si liberano così «due miliardi di metri cubi di gas che possono coprire il fabbisogno delle aziende» energivore, riducendo «la dipendenza dall’estero». Giusto. Con due ma. Il primo: il prezzo calmierato non potrà durare a lungo e le trivellazioni si erano fermate non solo per un’opposizione politica e culturale ma anche perché il gas russo costava meno. Il secondo: come la mettiamo con la posizione di due autorevoli esponenti della Lega come Luca Zaia, governatore del Veneto, e Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali? Entrambi han parlato chiaro: il primo dicendo no alle trivelle, il secondo no a nuove trivellazioni. Se la mediazione finisse con un via libera solo per lo sblocco delle vecchie trivellazioni non sarebbe sufficiente allo scopo di una maggiore indipendenza energetica. Fermo restando che vale la parola della presidente del Consiglio, questa scommessa energetica si misurerà sui fatti e non sulle chiacchiere.
Infine, dopo il bisticcio e la scommessa, la continuità. L’argomento sono gli aiuti alle famiglie sull’energia e sui costi eccessivi del bonus casa. Queste misure – ben spiegate dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – sono le meno criticate (anche perché le più razionali) e in continuità con il governo precedente. In attesa che arrivi la legge di bilancio, la partita politica di Giorgia Meloni e del centrodestra si gioca pertanto soprattutto sul bisticcio (da risolvere) e su una scommessa. Un consiglio: come direbbe il diplomatico francese Talleyrand, «surtout, pas trop de zèle». Soprattutto, non troppo zelo.
Di Massimiliano Lenzi
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