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Dov’è la sinistra?

Scusate cari Pd, Idv, Iv, Azione, Sinistra-Verdi: ma dove siete? La questione si pone addirittura in termini di sistema.

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Dov’è la sinistra?

Scusate cari Pd, Idv, Iv, Azione, Sinistra-Verdi: ma dove siete? La questione si pone addirittura in termini di sistema.

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Scusate cari Pd, Idv, Iv, Azione, Sinistra-Verdi: ma dove siete? La questione si pone addirittura in termini di sistema.

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Scusate cari Pd, Idv, Iv, Azione, Sinistra-Verdi: ma dove siete? La questione si pone addirittura in termini di sistema.

Scusate cari Pd, Idv, Iv, Azione, Sinistra-Verdi: ma dove siete? La questione si pone addirittura in termini di sistema. Infatti il governo governa, sia pure al di sotto delle necessità del Paese, ma pare che nessuno gli si opponga realmente e non certo perché si sia magicamente tornati a un clima di unità nazionale – semmai è l’esatto contrario – ma perché le opposizioni o sono afone o la voce la usano giusto per le baruffe interne.

E così il Pd di Elly Schlein continua a non parlare delle cose fondamentali, pur essendo in campo da quasi due mesi: avesse detto una parola sullo stato del Paese, della sua economia o sul Pnrr, sui prezzi, sul Def, sulle nomine, insomma sulla politica vera. E sì che siamo in un momento molto delicato. L’Italia rischia di scivolare sul terreno che in qualche modo Mario Draghi aveva arato, quello delle riforme come condizione per ottenere i soldi del Pnrr. Ora c’è anche una segreteria nazionale e non ci sono più scuse. Dunque, come Michelangelo al suo Mosè: perché non parlano? Se non è una tattica “morettiana” (mi si nota di più se non vengo?), ci sarebbe da sospettare che il nuovo gruppo dirigente non abbia proprio idee.

Lo stesso discorso vale per Giuseppe Conte, inabissatosi da settimane in modo da far sorgere il sospetto che non sappia cosa dire, incerto se gettare qualche liana verso il governo o cavalcare qualunque spinta di segno opposto; per non parlare del grottesco esito della telenovela del Terzo Polo finita a pesci in faccia tra Calenda e Renzi, un clamoroso dispendio di tempo ed energie che ha ulteriormente sottratto attrattiva al progetto, in sé fondato, di creare uno spazio politico diverso dal nazionalismo meloniano e dal gauchismo del “nuovo Pd”. Quanto a Fratoianni e compagni, manco a parlarne: inesistenti.

Sicché in queste condizioni Giorgia Meloni straripa malgrado mostri quotidiane evidenti lacune in tutti i campi, mentre quegli altri si affaccendano nei giochini interni e nella politichetta di un ceto politico che si guarda l’ombelico. Soprattutto la giovane Schlein non si faccia incantare dai sondaggi, ché quelli cambiano in fretta e forse stanno già cambiando.

di Mario Lavia

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