
Russia, meglio le sanzioni di una guerra
Giorgia Meloni si dice contraria alle sanzioni contro la Russia perché danneggerebbero le aziende italiane. Eppure, non ci sono alternative per scongiurare l’inizio di una guerra che rappresenta un pericolo di gran lunga maggiore.
| Politica
Russia, meglio le sanzioni di una guerra
Giorgia Meloni si dice contraria alle sanzioni contro la Russia perché danneggerebbero le aziende italiane. Eppure, non ci sono alternative per scongiurare l’inizio di una guerra che rappresenta un pericolo di gran lunga maggiore.
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Russia, meglio le sanzioni di una guerra
Giorgia Meloni si dice contraria alle sanzioni contro la Russia perché danneggerebbero le aziende italiane. Eppure, non ci sono alternative per scongiurare l’inizio di una guerra che rappresenta un pericolo di gran lunga maggiore.
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Giorgia Meloni si dice contraria alle sanzioni contro la Russia perché danneggerebbero le aziende italiane. Eppure, non ci sono alternative per scongiurare l’inizio di una guerra che rappresenta un pericolo di gran lunga maggiore.
«Penso non servano sanzioni, non perché sia amica di Putin, ma perché danneggiano le aziende italiane. E credo che l’interesse europeo sicuramente non sia spingere Mosca verso la Cina».
In una intervista a “La Stampa” la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, parlando della crisi ucraina e della minaccia d’una invasione russa ha spiegato di ritenere sbagliate le sanzioni contro Mosca perché creerebbero danni alle imprese italiane. Intendiamoci: anche il costo alto del gas crea danni alle nostre aziende e la chiusura di Nord Stream 2, paventata in caso d’invasione russa dell’Ucraina, con ogni probabilità ne aumenterebbe ulteriormente il costo.
Ma oggi, più che di contenere i costi, si tratta di impedire una guerra. Per farlo la politica europea e occidentale ha a disposizione pochissimi strumenti e il più efficace sono le sanzioni. L’economia russa non è come quella cinese: è un’economia ancora debole e chiudere i rapporti commerciali con l’Europa per Mosca sarebbe un gran danno. Tra gli effetti collaterali vi è certamente pure quello di un contraccolpo sulle imprese italiane ed europee ma una guerra sarebbe un colpo ben più pesante.
Del resto in politica quando si è chiamati a valutare situazioni critiche si devono compiere delle scelte. E oggi la priorità, anche per l’Italia, è evitare un conflitto in Europa. La via è stretta, bisogna essere realisti. Ma dire che non va bene, quando a farlo è un leader politico, richiede un’accortezza: indicarne un’altra. La Meloni, per adesso, non l’ha indicata.
di Jean Valjean
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