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Il gas della demagogia quando scema la memoria

L’Italia ha deciso di raddoppiare l’estrazione dei giacimenti di gas nell’Adriatico. Una materia prima fondamentale per la nostra produttività dal valore non solo economico ma anche geostrategico.  Una risorsa che vale la pena sfruttare.
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Il gas della demagogia quando scema la memoria

L’Italia ha deciso di raddoppiare l’estrazione dei giacimenti di gas nell’Adriatico. Una materia prima fondamentale per la nostra produttività dal valore non solo economico ma anche geostrategico.  Una risorsa che vale la pena sfruttare.
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Il gas della demagogia quando scema la memoria

L’Italia ha deciso di raddoppiare l’estrazione dei giacimenti di gas nell’Adriatico. Una materia prima fondamentale per la nostra produttività dal valore non solo economico ma anche geostrategico.  Una risorsa che vale la pena sfruttare.
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L’Italia ha deciso di raddoppiare l’estrazione dei giacimenti di gas nell’Adriatico. Una materia prima fondamentale per la nostra produttività dal valore non solo economico ma anche geostrategico.  Una risorsa che vale la pena sfruttare.
Il colloquio fra il nostro presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin ha ricordato a tutti, ove ve ne fosse bisogno, che la fornitura di gas è uno degli elementi da cui dipende la nostra capacità produttiva, oltre che l’afflusso di valuta pregiata in Russia. Una materia prima, quindi, che ha valore non solo economico ma geostrategico. Disponendone in casa, grazie ai giacimenti dell’Adriatico, sebbene non in misura sufficiente a soddisfare la domanda, è quindi saggio approfittarne: diminuisce la dipendenza, calmiera il prezzo e aumenta la produttività. Ragion per cui, ora, si è deciso di raddoppiarne l’estrazione. Sarà bene non dimenticare, però, che il primo governo di questa legislatura – il Conte uno, formato da 5 Stelle e Lega – diminuì l’estrazione, cancellò la ricerca, proibì le perforazioni e si ritenne già generoso nel non chiudere tutto. Con grande gioia della Croazia. Il trasformismo e la demagogia delle forze politiche crescono al diminuire della memoria collettiva.   di Sofia Cifarelli

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