Il giorno di Zelensky e dell’Europa da Trump
La diplomazia, nelle ultime 36 ore, il suo lavoro l’ha fatto. Lo dimostra il fatto che Zelensky sarà accompagnato da von der Leyen e dai leader di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna alla Casa Bianca per incontrare Trump

Il giorno di Zelensky e dell’Europa da Trump
La diplomazia, nelle ultime 36 ore, il suo lavoro l’ha fatto. Lo dimostra il fatto che Zelensky sarà accompagnato da von der Leyen e dai leader di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna alla Casa Bianca per incontrare Trump
Il giorno di Zelensky e dell’Europa da Trump
La diplomazia, nelle ultime 36 ore, il suo lavoro l’ha fatto. Lo dimostra il fatto che Zelensky sarà accompagnato da von der Leyen e dai leader di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna alla Casa Bianca per incontrare Trump
Ne abbiamo scritto ieri: la diplomazia, nelle ultime 36 ore, il suo lavoro l’ha fatto e non c’è risultato più evidente di vedere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accompagnato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dai leader di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna alla Casa Bianca per incontrare Donald Trump.
Attenzione (anche questo lo avevamo agevolmente anticipato un giorno fa) il fatto in sé potrebbe rivelarsi del tutto insoddisfacente, perché nessuno può sapere quale sarà l’atteggiamento del Presidente degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina e degli europei. Saremmo ingenui a non mettere almeno in conto una discreta quota di “fastidio“ per l’insistenza con cui – pensate un po’… – il Paese aggredito dalla Russia ormai tre anni e mezzo fa continua a non voler accettare supinamente l’occupazione e la spoliazione del proprio territorio e della propria popolazione.
Zelensky con i “Volenterosi” da Trump
Zelensky parte alla volta di Washington sull’onda delle parole molto nette che sia il gruppo dei cosiddetti “Volenterosi” che la presidente della Commissione Ue hanno messo nero su bianco in queste giornate convulse: spetta all’Ucraina decidere come e cosa accettare nella trattativa con la Russia. Non a Putin (sottinteso, neanche a Trump).
Il che, nel momento in cui scriviamo, suona come uno schiaffo alla posizione sposata dallo stesso presidente Usa nello show in Alaska: dimenticare il cessato il fuoco e appoggiare sostanzialmente la richiesta di cessione di territori anche non conquistati da parte di Putin.
La base e le premesse, per essere onesti, sono un vicolo strettissimo e se dovessimo immaginare un grande risultato del vertice odierno ci giocheremmo tutte le fiches sul via libera a un faccia a faccia Zelensky-Putin, con la benedizione e la cornice offerta da Trump.
Questo sarebbe tantissimo, nelle condizioni date.
Poi, possono accadere i miracoli o – speriamo con tutte le forze di no – i disastri, ma anche la sola presenza fisica dei non amatissimi ospiti europei potrebbe aiutare.
Quanto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni può raccogliere oggi i frutti di quando il nostro capo del governo decise (e fece bene) di riavvicinarsi ai partner europei, nella formulazione dei Volenterosi.
Tante volte l’abbiamo scritto, mentre altri inneggiavano alle posture isolazioniste che oggi ci avrebbero tenuto fuori dalla porta, ma andiamo avanti.
Senza ingigantire ruoli e posture, Giorgia Meloni avrà delle carte da giocare nel suo rapporto personale con Trump e se gli europei sapranno agire da squadra, si potrebbe dare una mano importante in questa giornata così delicata.
di Fulvio Giuliani
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