Il governo lavora a una cena al ristorante
Il governo lavora a una cena al ristorante
Il governo lavora a una cena al ristorante
Avanti popolo, al ristorante! Con l’avvicinarsi delle feste la tarantella sui menù della vigilia, del pranzo di Natale e del cenone di San Silvestro impazza sui giornali, fra piatti gourmet, tavole da imbandire e suggerimenti su come non spendere troppo oppure su come spendere tantissimo, per chi può permetterselo. Quest’anno a spiazzare il solito dibattito prenatalizio ci ha pensato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, con una proposta: «Il trimestre anti inflazione sta avendo efficacia e accanto a quella misura stiamo lavorando per aggiungere un tassello in più» ha detto. «Vorremmo dare a chi mangia fuori casa una nuova opportunità grazie all’associazione che rappresenta il mondo della ristorazione. Vogliamo proporre una misura per portare più famiglie possibile al ristorante anche nel periodo natalizio e in quello successivo alle feste».
Lasciamo perdere l’inflazione – che meriterebbe un approfondimento a parte – e soffermiamoci sulla misura per portare più gente al ristorante annunciata dal ministro. A parte che, se guardiamo ai costi, ci sono ristoranti e ristoranti (da quelli da 30 euro a testa sino a quelli da 200 euro a capoccia), siamo curiosi di conoscere le leve su cui Urso pensa di puntare per far sì che cresca il numero delle persone che mangiano fuori. Una riduzione dell’Iva sulla spesa in osteria? Un sussidio per la carbonara? Nell’attesa, un auspicio: che le misure valgano per tutti. Ristoranti di cucina italiana e non.
di Jean ValjeanLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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