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Il ruolo del Coreper: dietro le quinte dell’euro-politica

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In Italia soffriamo di un particolare deficit informativo nei confronti del lavoro svolto dagli organi comunitari europei. Segreti e ruolo del Coreper, sconosciuto all’opinione pubblica

Il ruolo del Coreper: dietro le quinte dell’euro-politica

In Italia soffriamo di un particolare deficit informativo nei confronti del lavoro svolto dagli organi comunitari europei. Segreti e ruolo del Coreper, sconosciuto all’opinione pubblica

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Il ruolo del Coreper: dietro le quinte dell’euro-politica

In Italia soffriamo di un particolare deficit informativo nei confronti del lavoro svolto dagli organi comunitari europei. Segreti e ruolo del Coreper, sconosciuto all’opinione pubblica

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Dalla notte dei tempi del progetto europeo, in Italia soffriamo di un particolare deficit informativo nei confronti del lavoro svolto dagli organi comunitari. Alimentato in primis dalla politica, da sempre restia all’integrazione delle dinamiche nazionali nel contesto europeo, il bias ha infettato a macchia d’olio l’intero apparato giornalistico del Paese. Da qui il mito del vincolo esterno “Ce lo chiede l’Europa”oppure, a corollario del primo, “Battiamo i pugni sul tavolo di Bruxelles”.

Ma la politica comunitaria, per sua natura, vive di compromesso. Vince chi sa orientare le trattative verso gli interessi di mandato, non chi butta la palla in tribuna. Pietro Benassi, rappresentante permanente dell’Italia dal 2021 al 2023, lo riassume così: «A Bruxelles il compito di noi ambasciatori è di far approvare proposte che rispecchiano gli interessi del nostro Paese. Se sei costretto a lamentarti, vuol dire che la tua efficacia nel momento della preparazione è stata pari a zero. Vuol dire aver perso». La preparazione, dunque, è tutto. Ma in quali stanze avvengono le mediazioni decisive? L’istituzione più importante, dove operano Benassi e i suoi omologhi, si chiama Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper). All’ombra dei riflettori riservati ai frontmen politici del Consiglio europeo e del Consiglio dell’Ue, è lì che si traccia la rotta dell’Unione.

Tempio del compromesso, il Coreper è composto dalle 27 delegazioni permanenti degli Stati presso l’Unione Europea e a sua volta si divide in due gruppi di lavoro: Coreper I e Coreper II. Il primo, più tecnico, riunisce i vice ambasciatori chiamati a sbrogliare i dossier relativi soprattutto a questioni ambientali, agricoltura, pesca, trasporti, energia. La mole di lavoro è altissima, alle riunioni – tre alla settimana – partecipano non meno di 130 persone, in sedute che possono diventare infinite. Il Coreper II è invece il livello politicamente più importante. Vi siedono i rappresentanti permanenti dei Ventisette e tratta maggiormente le questioni di politica estera, affari economici e sicurezza. Nonostante lo statuto ne fissi la convocazione solamente al giovedì, è prassi tenere almeno due riunioni settimanali. Gli ambasciatori Coreper hanno poteri e mandati speciali, in diretto rapporto col proprio capo di governo, godendo di autonomia negoziale inedita nelle prassi diplomatiche.

Macchina politica di potere, l’organo ha il compito di preparare gli ordini del giorno delle riunioni del Consiglio europeo, limando il più possibile le differenti posizioni in modo da recapitare ai tavoli dei leader testi perlopiù già definiti. A testimonianza della sua centralità, durante il Covid fu l’unico organo a non sospendere le riunioni in presenza, in un periodo nel quale vennero gestiti dossier decisivi: su tutti acquisti comuni e ripartizione dei vaccini e Next Generation Eu. La forza del Coreper sta nell’essere un ingranaggio fondamentale, dunque ‘condannato’ a funzionare, anche a costo di «fermare gli orologi e trattare a oltranza» all’avvicinarsi della scadenza di una pratica, come raccontato da Pierre Vimont, ex capo delegazione francese. Sponda Italia, oggi è proprio in sede Coreper che la delegazione guidata da Vincenzo Celeste sta perorando la proposta di “Estensione delle garanzie dell’art. 5 Nato all’Ucraina”, corridoio negoziale sostenuto con forza dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Scorgendo dall’occhiello il Coreper, tra luci e ombre s’intravede un microcosmo della politica europea: travagliata, lunga, compromissoria. Politica autentica, con la P maiuscola.

Di Filippo Rigonat

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