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Il vertice Nato e la sconfitta di Putin

Il vertice Nato di Madrid è l’ennesima dimostrazione di come Putin, che voleva indebolire e disunire l’Alleanza, sia finito per rafforzarla.
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Il vertice Nato e la sconfitta di Putin

Il vertice Nato di Madrid è l’ennesima dimostrazione di come Putin, che voleva indebolire e disunire l’Alleanza, sia finito per rafforzarla.
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Il vertice Nato e la sconfitta di Putin

Il vertice Nato di Madrid è l’ennesima dimostrazione di come Putin, che voleva indebolire e disunire l’Alleanza, sia finito per rafforzarla.
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Il vertice Nato di Madrid è l’ennesima dimostrazione di come Putin, che voleva indebolire e disunire l’Alleanza, sia finito per rafforzarla.
Voleva meno Nato nell’Europa orientale e ha ottenuto più Nato ai confini russi. Da un punto di vista geopolitico e militare l’invasione dell’Ucraina decisa da Vladimir Putin ha prodotto per lo zar una eterogenesi dei fini, con il risultato di rafforzare l’Alleanza Atlantica e la coesione dei Paesi liberi e democratici, uniti nel difendere Kiev. Ieri a Madrid, dove è in corso il vertice Nato, il premier inglese Boris Johnson ha sottolineato, con la sua consueta schiettezza, la sconfitta strategica di Putin. Una sconfitta che prescinde persino dal corso attuale della guerra e riguarda direttamente le sue scelte come capo di Stato. «La guerra avviata dal presidente russo Putin ha provocato un risultato per lui diametralmente opposto a quello sperato, come mostrato dall’imminente adesione di Svezia e Finlandia alla Nato» ha osservato. Voleva meno Nato e se ne ritrova di più, con l’ingresso storico dei due Paesi scandinavi e con l’Alleanza che rinforza e rinforzerà i propri confini orientali in Europa, con più uomini e più mezzi, perlomeno fino a quando la Russia rappresenterà una minaccia per i Paesi liberi e a lei confinanti. Sempre al vertice di Madrid il presidente americano Joe Biden, tanto per esser altrettanto chiaro, ha fatto sapere che la Nato schiererà più truppe in Europa. Il catalogo prevede nuovi incrociatori in Spagna, un quartier generale permanente in Polonia, nuove brigate da dislocare in Romania. Il quartier generale in Polonia sarà composto dal Quinto corpo dell’esercito statunitense e da un irrobustimento dell’interoperabilità Nato su tutto il fianco orientale. Per la Romania invece il rinforzo atlantico consisterà in una brigata per un totale di 5mila uomini, con la previsione del rafforzamento delle forze di rotazione nei Paesi baltici e di due squadroni aggiuntivi di F-35 nel Regno Unito. Infine, e questo riguarda direttamente anche l’Italia, è stato deciso il «dislocamento di difese aeree aggiuntive» insieme ad «altre capacità» difensive in Germania e appunto nel nostro Paese. Se l’invasione russa in Ucraina si è appesa (anche) al pretesto di tener Kiev fuori dalla Nato e di allontanare l’alleanza dai confini russi, ebbene per Putin si tratta di un fallimento totale, di propaganda e di risultati. Un fallimento cui va aggiunta pure l’accelerazione dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea che la guerra ha innescato. A tutto ciò va poi sommata la situazione economica della Russia: tra sanzioni e rotture commerciali con l’Occidente, a partire dall’Europa, Mosca si trova di fatto nell’imbuto di fare affari soprattutto con la Cina (e con l’India). Un mercato forzato, causa guerra e sanzioni, che prima o poi indebolirà ulteriormente l’economia del Paese. Per Putin il bilancio è quindi pessimo. Sulla Nato, con l’invasione ha completamente sbagliato i calcoli geopolitici e militari, ottenendo l’esatto contrario di ciò che si proponeva. E sull’economia rischia di portare Mosca verso un crescente isolamento che non promette nulla di buono per i russi. Di Massimiliano Lenzi

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