Continuità
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Continuità anche nell’importantissimo vertice informale di ieri sera a Roma fra Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron

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Continuità anche nell’importantissimo vertice informale di ieri sera a Roma fra Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron
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Continuità anche nell’importantissimo vertice informale di ieri sera a Roma fra Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron
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Chi l’avrebbe mai detto che la parola “magica” di questo abbrivio del governo Meloni sarebbe stata “continuità“.
È quella che si è imposta nell’ordinato – citazione di Mario Draghi dei giorni scorsi – passaggio di consegne fra l’ex presidente della Banca centrale europea e il primo presidente del Consiglio donna della storia italiana. Continuità anche nell’importantissimo vertice informale di ieri sera a Roma fra Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron. Sarebbe sbagliatissimo considerare scontato l’incontro fra i due, considerata la presenza nella capitale del capo dell’Eliseo per il convegno organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, perché di scontato in politica c’è poco e ancor meno in questo accelerato faccia a faccia fra due leader dalle personalità, estrazioni ed esperienze oggettivamente distanti.
Sfruttare le occasioni, però, resta una qualità fondamentale in chi fa politica, figurarsi per Giorgia Meloni all’avvio di un gigantesco impegno accolto da inevitabili diffidenze in giro per l’Europa e il mondo.
Le stesse sottolineature, al termine del faccia a faccia durato più di un’ora in un albergo romano, confortano quest’impressione di non voler lasciare spazi a dubbi e perplessità sull’indirizzo dell’Italia in politica estera e politica energetica.
“Come europei, come Paesi vicini, come popoli amici, con l’Italia dobbiamo continuare tutto il lavoro iniziato”, twitta Macron in un inno alla continuità. Nella nota di Palazzo Chigi i temi trattati: caro energia, sostegno all’Ucraina, la difficile congiuntura economica, la gestione dei flussi migratori. Non poco, anzi molto, mentre il ministro degli esteri Antonio Tajani ha cominciato la sua attività sentendo al telefono l’omologo ucraino Kuleba e l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Borrell, sottolineando l’assoluta continuità – di nuovo – in politica estera di Roma.
Conforta anche che Macron e Meloni si siano detti la verità, evitando di scambiarsi ipocriti segni di amorosi sensi politici. In quel “i rapporti Roma-Parigi sono più importanti delle persone” del presidente francese c’è un segnale di disponibilità importante, che difficilmente sarebbe arrivato senza un eguale atteggiamento del capo del governo italiano.
Per completare la domenica, l’annuncio del ruolo (non retribuito) di consulente all’energia dell’ex ministro della Transizione ecologica Cingolani. Continuità.
di Fulvio Giuliani
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