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La notte del Pd

La notte del Pd

Nelle ultime elezioni amministrative, quella del Pd non è una sconfitta ma una vera e propria disfatta. E “l’effetto Elly Schlein”?
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Nelle ultime elezioni amministrative, quella del Pd non è una sconfitta ma una vera e propria disfatta. E “l’effetto Elly Schlein”?
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Nelle ultime elezioni amministrative, quella del Pd non è una sconfitta ma una vera e propria disfatta. E “l’effetto Elly Schlein”?
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Nelle ultime elezioni amministrative, quella del Pd non è una sconfitta ma una vera e propria disfatta. E “l’effetto Elly Schlein”?
Non è una sconfitta, è una disfatta quella del centrosinistra – ammesso esista ancora – e in generale delle opposizioni nel turno di ballottaggio delle amministrative e nel doppio appuntamento elettorale degli ultimi 15 giorni. Aver perso quasi ovunque e comunque è un fatto. Aggrapparsi ai pur rilevanti successi di Brescia e Vicenza può paradossalmente fare ancora più male, se si dovesse insistere a far finta di non capire. Come a Udine, che lenì ma solo molto in parte il rovescio subito alle regionali del Friuli Venezia Giulia, gli unici candidati capaci di imporsi sull’area dell’attuale maggioranza di governo appaiono lontanissimi dalla linea della segretaria del Partito democratico Elly Schlein. Non è un caso, è un fatto incontrovertibile che nel Pd farebbero bene ad analizzare con estrema attenzione. La verità è che su molti giornali si è a lungo favoleggiato di un “effetto Schlein” che probabilmente hanno visto solo i commentatori dediti alla politica delle segreterie, quando sarebbe bastato dare un’occhiata ai social o preferibilmente ascoltare le persone in giro per comprendere che in questo momento non ci sarebbe stata partita. La responsabilità della segretaria Pd non potrà essere nascosta ancora a lungo dalle cortine fumogene alzate da chi ama i messaggi pomposi e di (presunto) grande effetto. Fateci caso: l’antifascismo è stato messo momentaneamente da parte, è il momento dell’attacco alla libertà di stampa. Allarme di gran moda in questi giorni, se a lottizzare la Rai sono gli altri, mentre prima andava tutto bene… Elly Schlein potrebbe dire “privatizzatela“, per distinguersi, ma non lo farà come tutti. Basta poco e tutto questo appare stucchevole, se privo di una proposta che vada oltre il generico richiamo a differenze quasi antropologiche rivendicate dalla sinistra quando non riesce a uscire dal recinto radical chic. Da recinto a gabbia e riserva è un attimo, finendo a parlare solo fra simili che leggono le stesse cose, guardano gli stessi programmi e conduttori Tv, si danno di gomito e guardano con sussiego e il Paese che – poverino – non li capisce. Elly Schlein ama ripetere “non ci hanno visto arrivare“, rivendicando quell’alterità dal resto del panorama, a cominciare dalla sinistra finita troppo al centro. Dovrebbe quanto prima cominciare a preoccuparsi che in pochi la stiano proprio vedendo. di Fulvio Giuliani

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