Ogni fine d’anno si è presi dalla tentazione dei bilanci. Il Parlamento dal caos della legge di bilancio, passata secondo il più tradizionale e osceno dei modi. Guardiamo alla sostanza.
Nei conti per il 2022 ci sono ancora troppa spesa corrente e troppi rivoli inutili nei quali defluisce senza irrigare altro che il vaniloquio demagogico dei proponenti. Ovvio che i miracoli non li fa nessuno, ovvio che ai parlamentari qualche cosa doveva essere lasciato, ma a parte la tristezza di quest’ultima considerazione, roba non eccelsa c’era già in partenza. Se ciascun componente della grande coalizione deve salvare un proprio vessillo andrà a finire che ammaineremo la bandiera del cambiamento e del riscatto.
Le riforme necessarie non sono solo impegni presi con la Commissione europea, ma anche urgenze italiane. Fin qui poca roba. Passi utili, ma ben lontani dalle necessarie falcate.
Avere evitato shock negativi non induca la sciocca convinzione che si possa galleggiare. La nostra partita collettiva si gioca nel 2022. Chi è interessato solo alle elezioni del 2023 sarà zavorra.
di Davide Giacalone
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