Prima è stata la volta di Emmanuel Macron e del Trattato del Quirinale: Francia e Italia faranno squadra e sosterranno assieme le loro idee e i loro interessi. Poi è arrivato a Roma il nuovo cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e alla sua presenza è stato dato l’annuncio: Germania e Italia parleranno con una sola voce. Trattasi di salamelecchi tanto per dire o cos’altro sta succedendo? Capita che, tirata dagli squilibri internazionali e costretta nella morsa del virus, la storia europea s’è rimessa in cammino.
L’Unione che si è realizzata non è affatto solo economica e ha caratura istituzionale e politica, ma è creatura ancora giovane e che deve crescere. La regola dell’unanimità, al Consiglio europeo, va bene per il quadro generale, proprio perché non neo-statuale, ma stona con i tempi e i ritmi del mercato e delle decisioni da prendersi. I tre Paesi più grandi, il nucleo dei fondatori, allunga il passo con le cooperazioni rafforzate. Il resto seguirà. Ed è un procedere che va valutato positivamente.
di Sofia Cifarelli
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