Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Letta e Salvini: leader perdenti che (ancora) non se ne vanno

|

Letta e Salvini hanno perso e dovrebbero velocemente lasciare il loro ruolo di leader. Eppure, questo non è ancora successo anche se, dall’una e dall’altra parte, per motivazioni opposte.

letta e salvini

Letta e Salvini: leader perdenti che (ancora) non se ne vanno

Letta e Salvini hanno perso e dovrebbero velocemente lasciare il loro ruolo di leader. Eppure, questo non è ancora successo anche se, dall’una e dall’altra parte, per motivazioni opposte.

|

Letta e Salvini: leader perdenti che (ancora) non se ne vanno

Letta e Salvini hanno perso e dovrebbero velocemente lasciare il loro ruolo di leader. Eppure, questo non è ancora successo anche se, dall’una e dall’altra parte, per motivazioni opposte.

|
Enrico Letta e Matteo Salvini hanno perso. Entrambi se ne dovrebbero andare. Entrambi hanno consumato una leadership nella sconfitta. Eppure, in quel contrappasso che è ormai la politica italiana, i destini dei due e le loro scelte divergono.

Letta se ne sarebbe voluto andare subito, con tanto di dimissioni, ma dal Partito democratico gli han fatto sapere che prima di far le valigie sarebbe opportuno traghettasse il partito in una difficile transizione, quella della sconfitta e del dopo Enrico Letta. Laltro ad andarsene invece non ci pensa proprio, scommettendo sulla vittoria della coalizione di cui faceva parte per mascherare il tonfo della Lega, ma si è ritrovato un partito che i conti comunque li vuole fare. Ergo ieri lo stesso Salvini, dopo aver spiegato che il sostegno della sua Lega al governo Draghi ha ridotto i consensi del Carroccio, ha annunciato che il suo «mandato da segretario è in mano ai militanti» e che oggi «ci sarà un primo Consiglio federale che porterà a un congresso federale» ma che lui resta carico e determinato.

Nei diversi destini e nelle diverse reazioni di Enrico Letta e di Matteo Salvini alla sconfitta è ben riassunta la debolezza di una democrazia leaderistica dove il leader che perde non se ne va (Salvini) e quando se ne vuole andare viene trattenuto per un po’ dai suoi (Letta). Segno evidente che le due leadership, in fin dei conti, non erano poi così forti. Una ragione sufficiente per avere nostalgia dei partiti. Quelli veri. Della prima Repubblica. Aridateceli.

Di Jean Valjean

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

12 Giugno 2025
Fin dalla sua nascita e in qualunque latitudine, la sinistra è stata sinonimo di lavoro. È sconcer…
11 Giugno 2025
“Per la prima volta nella mia vita ho ricevuto un avviso di garanzia, mi dicono nell’ambito di un’…
11 Giugno 2025
Dei bizzarri calcoli messi in piedi dall’opposizione e in modo particolare dal PD per addolcire la…
10 Giugno 2025
La Fondazione Luigi Einaudi ha discusso con il ministro della Difesa Guido Crosetto e l’ex ministr…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI