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L’inutile rumore della propaganda

L’esplosiva questione-migranti dovrebbe proprio invitare a starsene un po’ zitti. Tutti: italiani, francesi, tedeschi. Tutti.
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L’inutile rumore della propaganda

L’esplosiva questione-migranti dovrebbe proprio invitare a starsene un po’ zitti. Tutti: italiani, francesi, tedeschi. Tutti.
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L’esplosiva questione-migranti dovrebbe proprio invitare a starsene un po’ zitti. Tutti: italiani, francesi, tedeschi. Tutti.
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L’esplosiva questione-migranti dovrebbe proprio invitare a starsene un po’ zitti. Tutti: italiani, francesi, tedeschi. Tutti.
Ci sono volte in cui si dovrebbe semplicemente tacere. Riscoprire il valore del silenzio. L’esplosiva questione-migranti, contrariamente a quello che accade giorno dopo giorno, dovrebbe proprio invitare a starsene un po’ zitti. Tutti: italiani, francesi, tedeschi. Tutti. Perché se parlare non significa occuparsi del problema, farsene carico, cercare delle soluzioni, ma solo provare a uscirne politicamente vivi – scegliendo di volta in volta l’avversario o il concorrente, in base alle convenienze del momento – allora stiamo perdendo tempo. Non è una questione italiana, non ci stancheremo mai di ripeterlo: si tratta di trovare una soluzione a livello europeo (l’unica possibile e anche solo immaginabile), ma anche di finirla con i giochi politici che vanno in scena nelle diverse capitali dell’Unione. Ignorando tutti e indistintamente il nocciolo della questione. Per non parlare dei destini di chi affida la propria vita e quella dei propri cari più piccoli e indifesi al mare, pur di provare almeno a sognare una vita diversa. Prendiamo la Francia: nel giro di quarantott’ore, siamo passati dalla frontiera blindata a Mentone alla mano tesa del presidente Emmanuel Macron. Alla necessità – ribadita, perché l’abbiamo già sentita – di “non lasciare sola l’Italia“. Difficile credere alla sincerità di queste parole, in un eterno alternarsi di bastone e carota. È arrivato il Papa a Marsiglia, ha sferzato con parole durissime tutti i governanti europei, ma si trovava in Francia. Parlava su suolo francese. Macron gli ha anche fatto fare anticamera, poi Francesco è andato giù come un maglio. Qualcosa il Presidente doveva dire e l’ha detta, ma al primo sondaggio a favore della Le Pen tornerà a scatenare il suo ministro degli Interni Darmanin in versione cerbero anti-Italia. È il momento del buonismo anche in Germania, che finanzia le Ong per i salvataggi in Mediterraneo e fa infuriare il nostro ministro della Difesa Crosetto. Difficile dargli torto: non si tratta di polemizzare con Berlino, ma di ricordare quello che le nostre donne e i nostri uomini in divisa fanno da anni in mare. Non è accettabile che qualcuno – anche con le migliori intenzioni – favorisca l’idea che l’Italia faccia qualcosa di meno del massimo per salvare vite. A casa nostra parlano tutti, spesso per dire ben poco e rivolgersi alla pancia della gente, ignorando la testa. Sappiamo perfettamente che l’appello al silenzio e al rispetto è destinato a cadere nel vuoto, ma a volte si sente il dovere di non aggiungersi alla massa. di Fulvio Giuliani 

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