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Macron in Cina e le polemiche in Occidente

Il viaggio di Macron in Cina ha scatenato le polemiche, ma il presidente francese sta lavorando a un piano di pace per fare cessare la guerra in Ucraina
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Macron in Cina e le polemiche in Occidente

Il viaggio di Macron in Cina ha scatenato le polemiche, ma il presidente francese sta lavorando a un piano di pace per fare cessare la guerra in Ucraina
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Macron in Cina e le polemiche in Occidente

Il viaggio di Macron in Cina ha scatenato le polemiche, ma il presidente francese sta lavorando a un piano di pace per fare cessare la guerra in Ucraina
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Il viaggio di Macron in Cina ha scatenato le polemiche, ma il presidente francese sta lavorando a un piano di pace per fare cessare la guerra in Ucraina
Cari amici americani (ma vale anche per una buona parte degli europei), non impallinate Emmanuel Macron, please. Ieri il quotidiano “La Repubblica” ha pubblicato un intervento firmato da Richard Haass, presidente del Council on Foreign Relations, e da Charles Kupchan, professore di relazioni internazionali alla Georgetown University e senior fellow del Council on Foreign Relations. Nel loro intervento suggeriscono un cambio di strategia rispetto alla guerra in Ucraina, da articolarsi in due tempi. Primo tempo, nell’immediato: l’Occidente deve potenziare ancora le capacità militari dell’Ucraina fornendo carri armati, missili a lungo raggio e le altre armi necessarie a riprendere, nei prossimi mesi, il controllo di molte parti del suo territorio. Secondo tempo, in prospettiva: l’Occidente dovrebbe accompagnare la Russia e l’Ucraina al tavolo negoziale, con Washington che dovrebbe iniziare le consultazioni con i suoi alleati europei e con Kiev per lanciare un’iniziativa diplomatica fra qualche mese. Anche se non citano mai esplicitamente Macron, la posizione di Haass e Kupchan è una proposta che va in una diversa direzione di quella che il presidente francese sta provando a innescare in questi giorni. Macron sta infatti lavorando a un piano di pace per l’Ucraina che porti a un negoziato possibile in estate, un piano per cui è indispensabile la sponda di Pechino e del presidente Xi Jinping. Il recente viaggio del presidente francese in Cina ha scatenato in Occidente una infinità di polemiche e non è piaciuto né agli Stati Uniti né a diversi leader europei. La differenza fra l’approccio di Macron e quello di Haass e Kupchan è però sostanziale: il primo prevede il coinvolgimento della Cina, il secondo no e guarda invece agli Stati Uniti come protagonisti anche di un possibile negoziato per il cessate il fuoco. Allo stato dell’arte pare difficile, senza un eventuale cambio di potere a Mosca, che Vladimir Putin e le sue élite possano accettare una mediazione americana per sedersi al tavolo delle trattative. Un ruolo cinese, da questo punto di vista, pare quindi più realistico. Pare. Perché sulla riuscita di entrambe le strategie – quella di Macron e l’altra di Haass e Kupchan – non vi sono certezze. L’unica certezza, per adesso, è che la guerra continua. Di Massimiliano Lenzi

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