MaLaCarne, il disegno di legge contro la carne coltivata
Il disegno di legge contro la carne coltivata. In nome del Made in Italy s’impoverisce il Made in Italy; per ottenere tali risultati occorre puntare su ignoranza e superstizione
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Il disegno di legge contro la carne coltivata. In nome del Made in Italy s’impoverisce il Made in Italy; per ottenere tali risultati occorre puntare su ignoranza e superstizione
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Il disegno di legge contro la carne coltivata. In nome del Made in Italy s’impoverisce il Made in Italy; per ottenere tali risultati occorre puntare su ignoranza e superstizione
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Il disegno di legge contro la carne coltivata. In nome del Made in Italy s’impoverisce il Made in Italy; per ottenere tali risultati occorre puntare su ignoranza e superstizione
In nome del Made in Italy s’impoverisce il Made in Italy. Per ottenere questi risultati occorre puntare sull’ignoranza e sulla superstizione. La maggioranza di governo lo ha voluto e il Pd si è astenuto, segno che sono guasti trasversali. Ma, per capire la portata autolesionista di questa legge oscurantista, oscillante fra l’inutile e l’illegittimo, si deve partire da quello che abbiamo nel piatto, dalla carne ‘naturale’.
Sul serio qualcuno è disposto a credere che quel che mangiamo viene da animali che sgroppano nei verdi pascoli e zampettano nelle aie? Chi lo crede non soltanto non ha mai visto un allevamento, ma non è neanche dotato di palato. Per capire potrebbe almeno provare a usare il portafoglio. Un tempo la carne era un consumo riservato ai ricchi, tanto che la gotta era una malattia riservata ai facoltosi. Oggi nel mondo si macellano ogni anno 50 miliardi di polli e 300 milioni di mucche. Eppure una grande fetta della popolazione mondiale continua a non potersi permettere di mangiare carne. Quei numeri si raggiungono grazie agli allevamenti intensivi, con i polli allevati in batteria, con la somministrazione degli antibiotici (altrimenti un allevamento con un capo infetto diventa un’ecatombe). E va bene così, perché con questi strumenti si è potuta offrire la carne a chi non l’avrebbe mangiata altro che nelle feste comandate. Che già era un privilegio. La mia è la prima generazione di bambini italiani che ha avuto la “fettina” nel piatto, mentre i miei genitori se la sognavano. Oggi il medico ti dice: non mangi troppa carne. Evviva.
Negli ultimi vent’anni il consumo di carne è cresciuto del 58% e si prevede che nei prossimi trenta cresca ancora del 73%. Tutto questo è ricchezza, benessere e salute. Poi, certo, c’è anche la carne di maggiore pregio, che ha anche un gusto diverso. La carne degli allevamenti in cui all’animale è consentita una vita in movimento, fino a giungere alla costosissima carne orientale, che si dice sia stata allevata massaggiando in continuazione il bovino semovente (che al macello giunge felice, così la smettono di toccargli il culo). Ma è tutta roba per ricchi.
E non è manco per niente tutta Made in Italy, la carne che mangiamo. Balle facilmente verificabili come tali. Non sono tutti italiani neanche i cosci con cui facciamo il prosciutto italiano. Questi allevamenti hanno cambiato la nostra dieta, ma sono anche causa di forte inquinamento. La carne coltivata – che è naturale e non sintetica, perché si parte da cellule animali e le si coltiva utilizzando anche quei bioreattori con i quali si produce italianissimo yogurt (ma anche la birra e il vino, sempre Made in Italy) – comporta il 98% in meno di emissione di gas serra, il 99% in meno di acqua e territorio consumati. E anche per chi non ha nessuna passione per le tutele ambientali, questi numeri significano che ci sarà più carne per più persone nel mondo. E anche più affari da cui trarre profitto.
Piuttosto, tornando ai nostrani allevamenti, tutta la carne che mangiamo è allevata facendo consumare anche, se non esclusivamente, mangimi frutto di organismi geneticamente modificati (Ogm) che consentono raccolti più abbondanti e risparmi. Mangimi che compriamo all’estero perché già c’incamminammo sulla strada del danneggiare il decantato Made in Italy, impedendo che lo si facesse in Italia.
La legge approvata proibisce oggi quel che è già proibito, perché in tutta l’Unione europea non si può consumare carne coltivata; in compenso proibisce a futura memoria quel che sarà illegittimo proibire ove se ne autorizzi il consumo, come avviene negli Usa, nel Regno Unito o in Israele.
Il solo risultato sarà stato ammazzare i nostri produttori, i nostri ricercatori e la nostra innovazione. Un feroce attacco al Made in Italy, fatto dal Made in Superstizione. Il tutto per rendere omaggio a una corporazione che ci fornisce prodotti alimentari giustamente allevati con Ogm o coltivati con abbondante uso di pesticidi chimici.
Malacarne politica.
di Davide Giacalone
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