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Meloni politica estera

Meloni alla prova della politica estera

Per Giorgia Meloni e la sua maggioranza,  dopo foto ricordo e primi provvedimenti, cominciano le partite vere: quelle di politica estera ed economia. 
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Meloni alla prova della politica estera

Per Giorgia Meloni e la sua maggioranza,  dopo foto ricordo e primi provvedimenti, cominciano le partite vere: quelle di politica estera ed economia. 
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Meloni alla prova della politica estera

Per Giorgia Meloni e la sua maggioranza,  dopo foto ricordo e primi provvedimenti, cominciano le partite vere: quelle di politica estera ed economia. 
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Per Giorgia Meloni e la sua maggioranza,  dopo foto ricordo e primi provvedimenti, cominciano le partite vere: quelle di politica estera ed economia. 
La ricreazione è finita. Passato lentusiasmo della vittoria elettorale, del governo battezzato con tanto di foto ricordo e dei primi provvedimenti adottati all’insegna del legge e ordine” (un tema da sempre caro alla destra), per Giorgia Meloni e la sua maggioranza cominciano le partite vere: quelle di politica estera ed economia. In quindici giorni la presidente del Consiglio italiana debutterà domani a Bruxelles, rappresenterà lItalia al G20 in Indonesia il 15 e 16 novembre e nel mezzo – il 7 e l8 di questo mese – si recherà in Egitto per prender parte a Sharm el-Sheikh al vertice dei capi di Stato e di governo della Cop27 (la Conferenza annuale dell’Onu sul clima).

In questo tourbillon di politica estera e di debutti da leader di uno dei Paesi più industrializzati del mondo, Meloni dovrà vedersela pure con la legge di bilancio – da scrivere bene e in poco tempo – su cui il governo comincerà a lavorare già dopodomani in Consiglio dei ministri. Altro che rave party da tenere a bada. Adesso per il centrodestra comincia una partita internazionale di peso e che rappresenterà il vero esordio della presidente del Consiglio.

Al di là delle cordialità di circostanza (che esistono da sempre), già domani si vedrà la sostanza di come Meloni intenderà approcciarsi all’Unione europea. Lincontro con il presidente francese Macron a Roma e la telefonata con il cancelliere tedesco Scholz dei giorni scorsi rappresentano un buon viatico, purché il centrodestra tenga presente che lItalia, insieme a Francia e Germania, è architrave portante dell’Ue e che criticare quest’ultima senza continuare a costruirla finirebbe in un banale criticare anche sé stessi.

Come detto, laltro grande appuntamento internazionale che la nuova presidente del Consiglio affronterà è il G20 in Indonesia, un vertice che arriva in un momento assai complicato per la guerra russa in Ucraina che va avanti ormai da febbraio e per altre fibrillazioni sparse per il mondo (compresa la questione tra Usa e Cina su Taiwan). Sulla collocazione occidentale, atlantista e dalla parte di Kiev e degli ucraini Meloni ha usato da subito parole chiare: lItalia sta con gli Usa e con lUcraina. Bisognerà vedere se in tale occasione lItalia saprà avere un ruolo diplomatico ed efficace pure su altre questioni dell’agenda internazionale, compresi i rapporti con la Cina.

Per tutte queste ragioni, davanti ai quindici giorni di fuoco che aspettano Giorgia Meloni, il suo governo e lItalia vien da dire che più che la pacchia sembra finita la ricreazione. Adesso il gioco si fa duro ed è anche questo, in fondo, il fascino della politica che nel 2022 vive sempre più di due grandi polmoni: esteri ed economia.

 di Massimiliano Lenzi

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