Meloni e la copertina di Time
La copertina su Time della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è indiscutibilmente un riconoscimento
Meloni e la copertina di Time
La copertina su Time della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è indiscutibilmente un riconoscimento
Meloni e la copertina di Time
La copertina su Time della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è indiscutibilmente un riconoscimento
La copertina su Time della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è indiscutibilmente un riconoscimento. Senza cadere nel tipico provincialismo all’italiana, in base al quale un tempo si calcolava il “peso” di un nostro capo del governo contando il numero di settimane intercorse fra il suo insediamento e l’invito alla Casa Bianca, sarebbe altrettanto provinciale derubricare un “colpo” mediatico di questo livello.
Poi c’è la sostanza, frutto di un’analisi di Time sulla politica – in special modo quella estera – della leader di Fratelli d’Italia. Ne vien fuori un quadro più volte tratteggiato da questo giornale, in cui da una parte c’è il volto teso a rassicurare le truppe e qualche sporadico ultras. Le posture fu-sovraniste, i richiami identitari e così andare. “È politica, bellezza, e tu non puoi farci proprio niente”…
Oltre, la capacità di tenere la barra dritta su determinati principi che attengono al ruolo occidentale in geopolitica e in modo specifico nelle gravi crisi che ci troviamo ad affrontare. Il saper mediare fra le origini politiche e le posizioni dure e pure di cui sopra e un realismo-pragmatismo nei rapporti con l’Ue e in special modo la Commissione fanno ragionare Time sulla possibilità che in Europa Giorgia Meloni rappresenti qualcosa più di un ‘semplice’ presidente del Consiglio italiano.
E qui ci sentiamo in qualche misura chiamati in causa, perché da anni sottolineiamo come la politica pronta a sparare ad alzo zero nei confronti del multilateralismo, l’Europa, i poteri forti e compagnia cantante sia diventata un solidissimo ancoraggio alla politica europea e occidentale. Nella guerra in Ucraina – dove l’Europa conta, eccome – o in Medioriente, dove l’Ue non tocca palla.
Anche nel delicatissimo capitolo dei rapporti con Israele e il governo Netanyahu, Giorgia Meloni si è mossa in parallelo ai cancellieri Scholz e Merz e ne ha ben donde considerata la storia di Italia e Germania e i nostri interessi. La posizione verso Israele e Palestina del presidente francese Macron, non può essere oggi quella di Giorgia Meloni ma questo fa parte di una dialettica, non isola l’Italia, come non isola la Francia. Più che altro dovremmo aggiungerci alla triangolazione Parigi-Londra-Berlino.
Giorgia Meloni, per concludere, viene descritta da Time come una politica conservatrice, impegnata a traghettare la sua specifica forma di sovranismo verso posizioni che si concilino con la realtà e gli interessi dell’Occidente. Chiunque non viva in curva, dovrebbe fare il tifo per quest’evoluzione, anche perché dovrebbe spingere prima o poi le dormienti opposizioni a capire che lo schema della demonizzazione e della radicalizzazione è perdente.
Come lo sarebbe stato per la Meloni.
di Fulvio Giuliani
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