AUTORE: Fulvio Giuliani
Proprio oggi, 15 ottobre, giorno dell’entrata in vigore del Green Pass sui luoghi di lavoro, è quanto mai opportuno ricordare da chi sia composto il movimento no pass: ribellisti, no-tutto, agitatori sociali, casinisti di professione. È fondamentale partire da questa consapevolezza per ragionare in modo compiuto su quanto sta accadendo in Italia.
È del tutto evidente che solo un coacervo di interessi molto distanti tra di loro e comunque lontani dalla semplice contestazione del Green Pass possa generare una tensione diffusa come quella a cui stiamo assistendo, per esempio, a Trieste o a Genova. Quando i portuali strillano ai quattro venti che il loro obiettivo è bloccare comunque l’attività delle infrastrutture, anche se dovesse essergli concessa la possibilità di accedere a tamponi gratuiti, gettano la maschera. Atteggiamento utile a capire con chi si abbia a che fare: frange concentrate solo su una rivendicazione di categoria e a sfruttare la ‘tigre’ del movimento no pass per interessi corporativi.
Sono interessi corporativi, del resto, anche quelli degli estremisti e dei violenti andati in scena sabato scorso, cui non par vero di poter sfruttare un simile palcoscenico per manifestare la propria esistenza e guadagnare un’attenzione mediatica sproporzionata sino all’eccesso, rispetto alla loro reale consistenza.
Come più volte segnalato e agevole da verificare per chi voglia capire e non urlare, siamo in presenza di un mix tossico, da maneggiare con estrema cura. Nel farlo, non sono consigliabili cedimenti tattici, perché la ‘tigre’ di cui si parlava è una bestia potenzialmente incontrollabile e non si accontenta di bocconcini. Tradotto, sarebbe un grave errore concedere tamponi gratis a chi è disposto a minacciare qualcosa in più degli altri. Equivarrebbe a mettere la testa dritto in bocca a quella stessa belva.
Quanto ai violenti di strada, ne abbiamo fin sopra i capelli, ma non basta manifestare disgusto, bisogna prevenire e reprimere. Domani sono già in programma manifestazioni di piazza potenzialmente delicate, in risposta a quanto accaduto sabato. Il 30 e 31 ottobre, soprattutto, è in calendario a Roma il G20. Sappiamo sin troppo bene quanto appuntamenti istituzionali di questo rilievo costituiscano un’attrazione irresistibile per determinati soggetti, sempre pronti a ingrossare le proprie fila con chi capita, purché disponibile a menare le mani.
Sono occasioni in cui la commistione fra i mondi che abbiamo indicato in apertura diventa allo stesso tempo ben visibile e particolarmente pericolosa. Per quella data, non sarà tollerabile alcuna indecisione o impreparazione nella gestione della piazza.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Sanità al Sud: il fallimento che nessuno vuole pagare
22 Dicembre 2025
La questione ospedaliera e della sanità del Sud è una parte rilevantissima della questione meridio…
Il condominio, lo specchio dell’Italia
21 Dicembre 2025
C’è un curioso destino che accomuna il condominio e lo Stato: entrambi nascono per gestire beni co…
Manovra, via libera al nuovo emendamento del governo
19 Dicembre 2025
L’aula della commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera al maxi emendamento del governo…
Legge di bilancio: pensioni, Fornero e il rito immutabile della manovra di fine anno
19 Dicembre 2025
Fra le tradizioni delle festività c’è la legge di bilancio. Nel rito è compresa anche l’abolizione…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.