Protesta italiana per il Mediterraneo a uno spagnolo
Perché nominare uno spagnolo come rappresentante speciale della Nato per i rapporti con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo?
Protesta italiana per il Mediterraneo a uno spagnolo
Perché nominare uno spagnolo come rappresentante speciale della Nato per i rapporti con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo?
Protesta italiana per il Mediterraneo a uno spagnolo
Perché nominare uno spagnolo come rappresentante speciale della Nato per i rapporti con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo?
Perché nominare uno spagnolo come rappresentante speciale della Nato per i rapporti con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo?
Caro Stoltenberg ti scrivo, m’inalbero e ti domando: ma perché nominare uno spagnolo come rappresentante speciale della Nato per i rapporti con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo? La domanda – nella sostanza e al netto dell’ironia – è quella contenuta nella lettera che l’Italia ha inviato al segretario generale della Nato, il norvegese Jens Stoltenberg (segretario in scadenza, visto che a ottobre sarà avvicendato dall’olandese Mark Rutte), con la quale il nostro governo esprime un certo stupore e disappunto per la decisione di nominare in quel ruolo lo spagnolo Javier Colomina. Sì, è vero, l’Italia al vertice G7 di giugno in Puglia aveva evidenziato la necessità per l’Alleanza di occuparsi del fronte Sud della Nato (il Mediterraneo, appunto) in quanto area strategica e decisiva per la stabilità degli equilibri globali e non soltanto dell’Europa.
Detto ciò, due considerazioni son necessarie. La prima: l’Italia non è l’unico Paese Nato affacciato sul Mediterraneo; ve ne sono altri come la Spagna, la Francia o la Grecia. La seconda: quando s’avanza una proposta strategica rispetto a un’area geografica che ci riguarda, sarebbe cosa buona e giusta concordare con gli altri Paesi – in questo caso quelli mediterranei e alleati – una strategia che non diventi la semplice rivendicazione del «Ma l’ho proposto prima io!». Geopolitica e alleanze son esercizi complicati che richiedono idee, certo. Ma anche coraggio e soprattutto condivisione con i Paesi amici.
Di Jean Valjean
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