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Il disegno di Putin deve esser abbattuto

Non deve succedere che le fiamme delle emozioni si spengano, quando sarà passato del tempo dall’assassinio di Alexei Navalny. Si abbatta il disegno di Putin
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Il disegno di Putin deve esser abbattuto

Non deve succedere che le fiamme delle emozioni si spengano, quando sarà passato del tempo dall’assassinio di Alexei Navalny. Si abbatta il disegno di Putin
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Il disegno di Putin deve esser abbattuto

Non deve succedere che le fiamme delle emozioni si spengano, quando sarà passato del tempo dall’assassinio di Alexei Navalny. Si abbatta il disegno di Putin
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Non deve succedere che le fiamme delle emozioni si spengano, quando sarà passato del tempo dall’assassinio di Alexei Navalny. Si abbatta il disegno di Putin

Non deve succedere che le fiamme delle emozioni si spengano, quando sarà passato del tempo dall’assassinio di Alexei Navalny. Se la fiaccolata promossa da Azione e Carlo Calenda s’è potuta annunciare unitaria è solo perché suona oggi osceno difendere il dittatore e criminale Putin, ma non deve succedere che quelle fiaccole si spengano nello stemperarsi dell’indignazione. Quella con cui fare i conti è una questione politica che segna un cambiamento di epoca. Un passaggio che genera conseguenze per tutti.

L’Unione europea è l’incarnazione della riunificazione europea, all’interno della quale fu possibile la riunificazione tedesca. Con la riunificazione si presentarono la necessità e l’opportunità della moneta unica, che oggi sappiamo essere una storia di successo. Sia l’una che l’altra cosa, sia la riunificazione che l’euro, hanno avuto e hanno avversari interni al mondo europeo, ma nessuno ha il coraggio di neanche osare negare il presupposto straordinariamente positivo di tutto ciò: il crollo dell’impero sovietico. Non ne furono a lutto neanche i russi. Ne fu a lutto Putin, che ha lavorato e lavora per ricreare le condizioni di quel ritorno al pessimo passato. Perché sia chiaro e nessuno possa dire di non avere capito: quando si dice disponibile a negoziare sull’Ucraina, dopo avere scatenato una guerra a sangue freddo, sta dicendo che è non soltanto pronto ma felice di negoziare un ritorno al mondo diviso in due, alle inviolabili sfere d’influenza che seguirono la Seconda guerra mondiale. Vuole tornare al tempo in cui i morti di fame erano assai più numerosi e i confini non lasciavano passare neanche le anime. Un disegno simile deve essere battuto.

È un criminale ma non uno stupido, sa che la civiltà e la storia lo condanneranno ma vuole il suo posto fra i demoni della Russia ed è pronto, per questo, a massacrare e far massacrare i russi. Putin è un fondamentalista del nazionalismo zarista. Poggia il suo disegno sul ricatto nucleare. Leggete quel che scrive Flavio Pasotti, qui accanto, perché quello è lo scenario nel quale si muove.

Ieri Ursula von der Leyen ha annunciato la propria ricandidatura alla guida della Commissione europea. Ha anche accennato al fatto che vorrà creare un commissario europeo per la Difesa. Quella difesa è essenziale, vitale, ma se il commissario dovrà essere come l’attuale alto (si fa per dire) rappresentante della politica estera, meglio rinunciarci. Perché è un equivoco e un imbroglio. Ovvio che politica estera e difesa camminano assieme, ma prima viene la scelta delle politiche comuni e poi i commissari. La difesa comune è prima di tutto una scelta di sviluppo industriale. Guardate le nostre forniture all’Ucraina: divise all’arrivo perché incompatibili le armi degli uni con le cartucce degli altri. Non ci sarà difesa comune se non si creerà una comune industria della difesa. I quattrini ci sono, la possibilità di raccoglierne con titoli del debito europeo è una opportunità positiva, ma le scelte devono essere non soltanto nette ma proclamate ai quattro venti. Il segreto esiste sui sistemi d’arma, non sulla decisione di riarmarsi in modo efficace ed economicamente sostenibile.

La divisione del mondo in blocchi ci costrinse ieri ad assistere inerti al martirio dei russi coraggiosi e liberi. Noi amammo quei russi, nel mentre altri russi li massacravano e umiliavano nei lager. Non possiamo permettere a nessuno di riportarci a quel mondo e dobbiamo essere netti nel raccontare ai nostri concittadini che quello costruito dopo il suo crollo è un miliardo di volte migliore. Pieno di difetti e squilibri (fortunatamente), ma un miliardo di volte migliore.

Ricordiamo che se il comunismo chiuse nel gulag le donne e gli uomini liberi è perché se la faceva sotto e sapeva di avere il crollo nel proprio destino, essendo fondato sulla bugia. Putin ha ereditato quella consapevolezza. Non bastarono i venduti e gli invasati di ieri e non basteranno quelli di oggi per martirizzare la superiorità morale del nostro sistema di libertà.

di Davide Giacalone

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