app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Putin e Lavrov si rifiutano di negoziare

L’incontro in Turchia fra Lavrov e Kuleba si è risolto in qualcosa di peggio di un fallimento: una retromarcia rispetto ai pur flebilissimi segnali di apertura emersi negli incontri in Bielorussia.
| ,

Putin e Lavrov si rifiutano di negoziare

L’incontro in Turchia fra Lavrov e Kuleba si è risolto in qualcosa di peggio di un fallimento: una retromarcia rispetto ai pur flebilissimi segnali di apertura emersi negli incontri in Bielorussia.
| ,

Putin e Lavrov si rifiutano di negoziare

L’incontro in Turchia fra Lavrov e Kuleba si è risolto in qualcosa di peggio di un fallimento: una retromarcia rispetto ai pur flebilissimi segnali di apertura emersi negli incontri in Bielorussia.
| ,
| ,
L’incontro in Turchia fra Lavrov e Kuleba si è risolto in qualcosa di peggio di un fallimento: una retromarcia rispetto ai pur flebilissimi segnali di apertura emersi negli incontri in Bielorussia.
Due ore senza risultati, due ore che possiamo immaginare trascorse fra gelidi rimpalli di responsabilità e accuse dirette fra le parti. L’incontro in Turchia, ad Antalya, aveva acceso qualche speranza perché – per la prima volta dall’inizio dell’aggressione ordinata da Putin – Russia e Ucraina si incontravano a livello di ministri degli Esteri. Alla resa dei conti, il faccia a faccia fra Serghei Lavrov e Dmitro Kuleba si è risolto in qualcosa di peggio di un fallimento: una retromarcia rispetto ai pur flebilissimi segnali di apertura emersi negli incontri in Bielorussia. Ne è prova quanto dichiarato dal presidente ucraino Zelensky: «I russi vogliono umiliarci. Vogliono che i nostri cittadini prendano il pane dalle mani dell’invasore e che accettino, pur di salvarsi, di andare nella Federazione Russa». «Sono dei mostri», la sua conclusione. Ciò che sembra emergere con sempre maggior forza è che Putin non abbia alcuna voglia e interesse a trattare in questo momento. Vuole farlo alle sue condizioni, quando avrà raggiunto almeno parte degli obiettivi strategici, che continuano a sfuggirgli sul campo. È stata una brutta giornata per la diplomazia, come confermato anche dal presidente francese e presidente di turno dell’Ue Emmanuel Macron. Lo fa capire lo stesso dittatore di Mosca, che usa parole di fuoco contro l’Occidente ma poi conferma tutti gli impegni russi nell’export di gas e petrolio. Perché ha un disperato bisogno di valuta pregiata, per pagare – finché potrà – la sua guerra di aggressione.   di Marco Sallustro

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Schede a perdere e referendum a venire

23 Gennaio 2025
Il punto politico, dopo la bocciatura del referendum sull’autonomia, riguarda il destino degli a…

I disastri delle ferrovie fra complotti e sfiga

22 Gennaio 2025
Chi non ricorda il quotidiano disastro delle ferrovie dell’estate 2024? Una lotteria prendere un…

Smascherare l’algoritmo

22 Gennaio 2025
L’algoritmo di ciascun social resta segreto. Il padrone dà istruzioni, il sistema le applica, ma…

Salvini: “Escalation preoccupante di azioni contro le ferrovie”

21 Gennaio 2025
Le parole pronunciate dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini nel corso dell’informativa urgen…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI