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Gli svizzeri hanno votato sul Green Pass

In Svizzera due terzi della popolazione ha votato a favore del Green Pass. Come trattare, in Italia, chi non si vaccinerà mai? La parola d’ordine può essere solo una: responsabilità.
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Gli svizzeri hanno votato sul Green Pass

In Svizzera due terzi della popolazione ha votato a favore del Green Pass. Come trattare, in Italia, chi non si vaccinerà mai? La parola d’ordine può essere solo una: responsabilità.
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Gli svizzeri hanno votato sul Green Pass

In Svizzera due terzi della popolazione ha votato a favore del Green Pass. Come trattare, in Italia, chi non si vaccinerà mai? La parola d’ordine può essere solo una: responsabilità.
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In Svizzera due terzi della popolazione ha votato a favore del Green Pass. Come trattare, in Italia, chi non si vaccinerà mai? La parola d’ordine può essere solo una: responsabilità.
Domenica gli svizzeri, tramite referendum, hanno convalidato con un 62,5% di voti favorevoli una legge analoga nei contenuti al provvedimento amministrativo italiano del Green Pass. Nel Canton Ticino i favorevoli sono stati oltre il 65%. Nel cantone di Schwytz, rurale e conservatore, soltanto il 48%. Va osservato che il 65% degli elettori chiamati alle urne risulta completamente vaccinato; la derivata politica è intuitiva: i vaccinati vogliono godere di maggior libertà dei concittadini no-vax. In Italia i maggiorenni vaccinati sono quasi l’80%. È ragionevole immaginare che, se consultati, si esprimerebbero in maniera analoga ai vicini svizzeri. Gli sconfitti senza dubbio reclamerebbero il diritto di dissenso delle minoranze nonché per la violazione dei diritti di cittadinanza. Da un punto di vista liberale, la maggioranza – indipendentemente dalla sua forza numerica – non ha sempre ragione e la perde se agisce ledendo i diritti delle minoranze. In Italia, ad esempio, la maggioranza dei cittadini si dichiara di religione cattolica, ma non per questo è lecito limitare le libertà di chi professa diverse religioni o nessuna. La maggioranza degli italiani è di etnia caucasica, ma questo non giustifica discriminazioni verso chi è nato con pelle di diversa pigmentazione. Ma con il Covid non è in gioco la libertà di infettarsi e di infettare quanto il diritto di accedere al vaccino e alle cure gratuite in caso di infezione. Questo diritto, in Italia, è riconosciuto a tutti. Se si introdurrà l’obbligo vaccinale, come in Austria, la questione sarà di determinare le sanzioni per gli eventuali infrattori. Quali misure possono essere ragionevolmente prese nei riguardi di chi insiste nel non vaccinarsi? La prima, data la maggiore facilità di infettarsi, è l’obbligo di sottoporsi a proprie spese a frequenti test, come appunto già previsto dal Green Pass. La seconda consiste nell’impedire l’accesso a luoghi o eventi che facilitano il contagio su larga scala. La terza, a mio parere, potrebbe consistere nel limitare per i non vaccinati ‘per scelta’ che si infettano e si ammalano, il medesimo accesso alle cure mediche offerto ai vaccinati: il dettato ippocratico impone ai sanitari di non discriminare tra pazienti, ma la legge e il Tesoro non sono sottoposti ad analoghi obblighi. Chi deliberatamente rifiuta il vaccino deve assumersi la responsabilità delle conseguenze: pagare di tasca propria se si ammala, e perdere la priorità di accesso alle cure intensive. Non credo a multe o sanzioni, insomma, ma al principio di responsabilità. di Ottavio Lavaggi

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