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Referendum 8-9 giugno, affluenza al 30,6%. Quorum non raggiunto. Schlein: “Oltre 14 milioni di voti. Più di quelli che ha ricevuto Meloni alle politiche”. Landini: “Crisi democratica evidente”

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Quorum non raggiunto: è questo il risultato dei referendum dell’8 e 9 giugno. Affluenza definitiva al 30,6%. Le principali dichiarazioni e le percentuali di voto nelle Regioni italiane

Referendum

Referendum 8-9 giugno, affluenza al 30,6%. Quorum non raggiunto. Schlein: “Oltre 14 milioni di voti. Più di quelli che ha ricevuto Meloni alle politiche”. Landini: “Crisi democratica evidente”

Quorum non raggiunto: è questo il risultato dei referendum dell’8 e 9 giugno. Affluenza definitiva al 30,6%. Le principali dichiarazioni e le percentuali di voto nelle Regioni italiane

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Referendum 8-9 giugno, affluenza al 30,6%. Quorum non raggiunto. Schlein: “Oltre 14 milioni di voti. Più di quelli che ha ricevuto Meloni alle politiche”. Landini: “Crisi democratica evidente”

Quorum non raggiunto: è questo il risultato dei referendum dell’8 e 9 giugno. Affluenza definitiva al 30,6%. Le principali dichiarazioni e le percentuali di voto nelle Regioni italiane

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Ore 18:20 Le dichiarazioni di Elly Schlein

“La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche”. Sono le parole scritte in una nota da Elly Schlein, la segretaria del Partito Democratico.

Schlein prosegue: “Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico di questo voto ma hanno ben poco da festeggiare: per questi referendum hanno votato più elettori di quelli che hanno votato la destra mandando Meloni al governo nel 2022. Quando più gente di quella che ti ha votato ti chiede di cambiare una legge dovresti riflettere invece che deriderla”.

E ancora: “Grazie alle oltre 14 milioni di persone che hanno deciso di votare e tutti coloro che si sono mobilitati per far contare il voto dei cittadini. Per noi il vostro voto conta. Peccato per il mancato raggiungimento del quorum, sapevamo che sarebbe stato difficile arrivarci, ma i referendum toccavano questioni che riguardano la vita di milioni di persone ed era giusto spendersi nella campagna al fianco dei promotori, senza tatticismi e senza ambiguità. Sui temi del lavoro e della cittadinanza, che sono costitutivi per una forza progressista, continueremo a impegnarci in parlamento con le nostre proposte. Continueremo nell’impegno a fianco di quei milioni di elettori che sono andati a votare sperando di ridurre la precarietà e rendere l’Italia più giusta, ci motivano ancora di più nel costruire l’alternativa”.

Schlein aggiunge: “Oggi la destra ha perso, dopo Genova, Assisi e Ravenna, anche a Taranto“, ha poi sottolineato la segretaria dem. Poi, tornando sui referendum, aggiunge: “La politica che tifa l’astensione si fa male da sola, è sempre importante quando gli elettori si possono esprimere. E noi continueremo a fare una grande campagna democratica per ridurre l’astensionismo e costruire un’alternativa. Andremo avanti a batterci per migliorare le condizioni materiali delle persone che questo governo ha completamente rimosso”.

Ore 18:10 Le dichiarazioni di Giuseppe Conte

“Leggo dichiarazioni ed esultanze sguaiate dei `tifosi´ della politica. Portate rispetto a circa 15 milioni di cittadini che sono andati a votare. Portate rispetto agli oltre 12 milioni che hanno votato sì a maggiori tutele nel mondo del lavoro”. È quanto scrive, in un post pubblicato sui social, Giuseppe Conte, il leader del Movimento 5 Stelle. Conte prosegue: “Parliamo di oltre 12 milioni di cittadini che, al di là dei colori politici, chiedono più tutele contro licenziamenti, precariato e incidenti sul lavoro. Noi saremo sempre dalla loro parte, dalla parte giusta. E porteremo avanti la battaglia per loro in Parlamento”.

E ancora: “Se vi sembrano numeri insignificanti, considerate che è lo stesso numero di votanti (anzi alla fine potrebbero essere anche di più) con cui la maggioranza Meloni è arrivata al Governo”.

Ore 16:45 Ecco la percentuale dell’affluenza nelle Regioni italiane: Toscana (oltre il 39% di affluenza), Emilia Romagna (38%), Liguria e Piemonte (intorno al 34,5%), Marche (32,7%), Umbria (31,3%), Basilicata (31,1%), Lazio (31%), Lombardia (poco meno del 31%), Abruzzo (29,8%), Valle d’Aosta e Campania (attorno al 29%), Puglia (28,5%), Molise (27,8%), Friuli-Venezia Giulia (27,5%), Sardegna (27%), Veneto (26,3%), Trentino Alto Adige (22,5%), Calabria e Sicilia (circa 22/23%).

Ore 16:35 “Solo per eccesso di opportunità istituzionale sono andato a votare e ho votato per un solo referendum: quello sugli incidenti sul lavoro. Si tratta di un tema che considero molto delicato ed è sbagliato affrontarlo in un referendum: riguarda la vita e la morte di tanti lavoratori a cui dobbiamo inchinarci con rispetto” e non affrontare il tema “con un referendum”. Lo dichiara Ignazio La Russa, il presidente del Senato, su La7.

Ore 16:30 Le dichiarazioni di Maurizio Landini

Landini: “Crisi democratica evidente. Obiettivo non raggiunto”.

“Il nostro obiettivo era raggiungere il quorum per cambiare le leggi, questo obiettivo non l’abbiamo raggiunto”. Sono le parole pronunciate da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, durante la conferenza stampa presso il Centro congresso Frentani, sede del comitato promotore.

“Non penso neanche lontanamente di dimettermi. Non credo sia oggetto di discussione. Sono abituati” i politici “a lavorare in un certo modo, in Cgil è sempre una discussione collettiva, come è stato il lavoro di questi mesi, non c’è uno che sceglie per gli altri”. Lo dice Landini, che prosegue: “Naturalmente dovremo fare un approfondimento nei prossimi giorni per capire ma chi nonostante tutto quello che è avvenuto, nonostante la disinformazione, ha investito su di noi e noi abbiamo la responsabilità di dare voce a chi è andato a votare e continuare una battaglia per il futuro del Paese”.

Landini aggiunge: “Al referendum c’è un terzo di questo Paese. Tra i 14 e i 15 milioni di persone hanno votato, pensano che sui temi del referendum servano risposte precise e chiede di cambiare. Questo mese e mezzo ci ha permesso di rimettere al centro il tema del lavoro e dei lavoratori”. “Ripartiamo” da questo dato. Landini spiega che “il voto non è contro il governo o un partito ma è per cambiare leggi balorde fatte da questo governo o da altri passati”.

Ore 16:20 A Matera – dove si è votato anche per il ballottaggio fra Roberto Cifarelli (centrosinistra) e Antonio Nicoletti (centrodestra) – il quorum per il referendum è stato superato. L’affluenza definitiva è stata del 53,3%.

Ore 16:15 Affluenza al 30% con oltre 57mila sezioni su 61.591.

Ore 16:10 Le dichiarazioni di Pina Picierno

Picierno (Pd): “Il Referendum è una sconfitta profonda. Un regalo a Meloni”.

“Una sconfitta profonda, seria, evitabile”. Così Pina Picierno – eurodeputata Pd e vicepresidente dell’Eurocamera – commenta, attraverso un post pubblicato su X, il quorum non raggiunto al referendum dell’8 e 9 giugno. Picierno prosegue: “Purtroppo un regalo enorme a Giorgia Meloni e alle destre. Fuori dalla nostra bolla c’è un Paese che vuole futuro e non rese di conti sul passato. Ora maturità, serietà e ascolto, evitando acrobazie assolutorie sui numeri”

Ore 16:00 Le dichiarazioni di Antonio Tajani

Tajani: “Ora cambiare la legge sui referendum”.

“Forse bisogna cambiare la legge sui referendum, servono probabilmente più firme, anche perché abbiamo speso tantissimi soldi per esempio per portare centinaia di migliaia, milioni di schede per gli italiani all’estero che sono tornate bianche”. Lo afferma Antonio Tajani – vicepremier e il ministro degli Esteri – al Tg1.

Tajani aggiunge: “”Poi, per quanto riguarda le valutazioni di tipo politico, innanzitutto lo strumento del referendum per avviare iniziative politiche non si è risolto positivamente. Intanto grande rispetto per chi è andato a votare perché è sempre una forma di partecipazione al referendum. Detto questo, è stata una sconfitta della sinistra e dell’opposizione che voleva tentare l’assalto al governo utilizzando il grimaldello dei referendum. La cosa è andata male, il governo si è rafforzato, l’opposizione si è indebolita”.

Ore 15:30 Affluenza al 29% con 27.943 sezioni su 61.591.

Ore 15:15 Quorum non raggiunto: è questo il risultato del referendum dell’8-9 giugno. Nessuno dei 5 quesiti (riguardanti – lo ricordiamo – il Jobs Act, le piccole imprese, il precariato, gli infortuni sul lavoro e la cittadinanza) ha raggiunto il (necessario) quorum.

A spoglio in corso, i risultati sono già ben chiari: l’affluenza – al momento ancora parziale, non si hanno i dati definitivi – per quel che riguarda tutti i 5 quesiti, è sotto il 30% degli aventi diritto. Ben lontana da quel 50% + 1.

Secondo i primi dati del Viminale, l’affluenza si ferma al 29,15%.

Il referendum è valido infatti solo e soltanto se partecipa al voto almeno la metà più uno degli aventi diritto in Italia. Altrimenti il referendum non ha validità. E non conta ai fini dei risultati quindi se chi ha votato (se meno del cinquanta più uno degli aventi diritti) ha scelto “Sì” oppure “No”.

Secondo le prime informazioni, il “Sì” è sopra l’80% nei primi 4 quesiti, quelli riguardanti il lavoro. Fermo intorno al 60% invece il “Sì” relativo alla cittadinanza.

Lunedì 9 giugno ore 7:00 Ultime ore per votare per il Referendum, urne aperte dalle ore 7 alle 15 di oggi. Il dato nazionale sull’affluenza alle 23 di domenica è del 22,73%. Una percentuale in calo rispetto al Referendum abrogativo sull’acqua del 2011, quando alla stessa ora aveva votato il 41% degli aventi diritto.

Referendum, l’affluenza nella giornata di domenica 8 giugno

Ore 23:00 Alle 23:00 affluenza poco sopra il 21%. Bassa l’affluenza, Basti pensare che nel 2011, ultima volta in cui è stato raggiunto il quorum al referendum, alla stessa ora aveva votato il 41% degli aventi diritto.

Ore 19:00 Alle 19:00 affluenza al 15,8%.

Ore 12:00 Alle 12:00 l’affluenza si attesta al 7,4%.

Si sono aperti oggi alle 7:00 i seggi per il referendum dell’8-9 giugno. Le urne chiuderanno stasera, alle 23:00. Si vota anche lunedì: dalle 7:00 alle 15:00.

Il quorum

Innanzitutto, due punti fondamentali:

  • Si tratta di referendum abrogativi. Quindi la richiesta è di abrogare, ossia cancellare una norma. Per farlo, bisogna votare “Sì”. Con il “No” la legge rimane così com’è. Stessa cosa avviene con l’astensione, con il non voto.
  • Per questi referendum è previsto un quorum, necessario. Il referendum è valido solo e soltanto se partecipa al voto almeno la metà più uno degli aventi diritto in Italia. Altrimenti il referendum non ha validità e non conta se chi ha votato (se meno del cinquanta più uno degli aventi diritti) ha scelto “Sì” oppure “No”.

Referendum, i 5 quesiti

Ecco quali sono i 5 quesiti del referendum dell’8-9 giugno.

1. Reintegro licenziamenti illegittimi. Ecco cosa chiede il primo quesito del referendum

Nel primo quesito si propone l’abrogazione di uno dei decreti del Jobs Act che riguarda il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Introdotto nel 2015. Se tale decreto venisse cancellato, si ristabilisce l’obbligo di reintegro del lavoratore nel suo posto di lavoro in tutti i casi di licenziamento illegittimo. Come già prevedeva – lo ricordiamo – l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Fino, appunto, al 2015. Tale punto riguarda tutti i lavoratori assunti dal 2015 in poi. In aziende con più di 15 dipendenti.

2. Licenziamenti e limiti indennità

Il secondo quesito invece chiede se si vuole eliminare il tetto massimo all’indennità dovuta ai lavoratori per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di 15 dipendenti. In tal modo si consente al giudice di determinare l’importo senza limiti predefiniti.

3. Tutela contratti a termine. Il lavoro al centro anche del terzo quesito del referendum

Nel terzo quesito i cittadini devono decidere se cancellare alcune norme che stabiliscono quanto un’azienda può assumere i lavoratori con contratti a tempo determinato. Ma non solo: anche a quali condizioni può prolungare e rinnovare proprio tali contratti.

In tal modo, si cancellano le norme – in vigore sempre dal 2015 – per ristabilire l’obbligo di una “causale” per i contratti a tempo determinato più brevi di 12 mesi. Si tratta quindi dell’obbligo di indicare per quale motivo si utilizza quel tipo di contratto.

Oggi l’obbligo esiste solo e soltanto per coloro che hanno il contratto a tempo determinato che dura 12 mesi. O anche di più.

4. Responsabilità infortuni sul lavoro

Il quarto quesito chiede l’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente (ossia di colui che affida un lavoro in appalto), dell’appaltatore (colui che riceve l’incarico di fare il lavoro) e del subappaltatore (colui che, in alcuni casi, svolge il lavoro per conto dell’appaltatore) per gli infortuni sul lavoro legati al tipo di attività che svolgono le imprese appaltatrici o subappaltatrici.

“Responsabilità solidale” fa riferimento a tutti i soggetti coinvolti (in questo caso, come scritto poco prima: il committente, l’appaltatore e il subappaltatore). Essi hanno così gli stessi obblighi. Ad esempio l’obbligo di risarcimento verso chi subisce un danno di cui sono responsabili.

Oggi tale “responsabilità solidale” negli appalti non esiste. Non è prevista.

Se al referendum vince il “Sì”, in caso di infortunio di un lavoratore ne dovrebbe rispondere quindi anche il committente.

5. La cittadinanza italiana. Il quesito del referendum che più sta facendo discutere

Il quinto quesito del referendum è quello che, più di ogni altro, sta facendo discutere. Non solo oggi ma anche nei giorni scorsi. Si tratta del quesito riguardante la cittadinanza italiana.

Oggi per avere la cittadinanza italiana le persone maggiorenni nate in un paese fuori dall’Unione Europea devono risiedere legalmente in Italia per almeno 10 anni. Tale quesito propone quindi di cancellare questa norma. Per tornare invece a quella precedente in cui gli anni di residenza necessari erano dimezzati: 5 anni.

Tutti gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza previsti dalla legge del 1992 non sono invece modificati.

di Mario Catania

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